Esthetiques du Cirque Contemporain

Tratto dal DVD "Esthetiques du Cirque Contemporain" edito da Hors Les Murs, con testi e ideazione di Jean Michel Guy e Julien Rosemberg, basandosi sugli spettacoli tenutisi in Francia nel 2007, propone un approccio originale all'estetica del circo contemporaneo attraverso 30 estratti video di spettacoli recenti a rappresentanza di 6 grandi tendenze.

tratto dal DVD
"Esthetiques du Cirque Contemporain"
edito da Hors Les Murs in partenariato con la Direction de la Musique, de la Danse, du Theatre et des spetacles (DMDTS) / Ministere de la Culture et de la Communication, le Centre national de la documetation pedagogique (CNDP) et l'ADIAM Val d'Oise

testi e ideazione: Jean Michel Guy e Julien Rosemberg
realizzazione: Géry Sanchez, Hors Les Murs
grafica: Anne Choffey
ottobre 2007 - durata: 30 minuti
www.horslesmurs.fr


traduzione dei testi riportati in questa pagina a cura di Marta Teruzzi


In Francia le performance di arti circensi stanno diventando sempre più varie e numerose con il passare degli anni. Anche le 400 performance di recente eseguite provano quanto si sia arricchito il panorama del circo contemporaneo francese. Questo dvd spera di fornire una breve rassegna su questo quadro, sia attraverso un’ampia analisi, sia offrendo alcuni significativi punti di riferimento. La tematica del dvd è quindi il circo contemporaneo (esso non discute del circo tradizionale) e gli esempi su cui è basato sono proprio gli spettacoli tenutisi in Francia nel 2007.
Questo dvd propone un approccio originale all'estetica del circo contemporaneo attraverso 30 estratti video di spettacoli recenti a rappresentanza di 6 grandi tendenze


Introduzione
Le sei tendenze che caratterizzano il circo contemporaneo

Tre delle tendenze odierne riguardano l’evoluzione del genere stesso:
Anche se fino a non molto tempo fa il tendone del circo era sinonimo del circo stesso, questa pratica sta diventando oggi minoritaria (The circus tent: a choice).
Molte  pratiche circensi si stanno affermando come discipline artistiche autonome. (From circus to circus arts)
Un gran numero di spettacoli si rivelano contrari ai codici comunemente usati per classificare le discipline circensi (The outer circus)

Tre tendenze riguardano invece l’evoluzione dell’idea artistica:
La rinascita della critica in senso sociale (The social calling)
L’apparire di clown dalla comicità feroce e burlesca (Oddball commedy)
L’emergere di forme di rappresentazione in cui prevale l’aspetto visuale e coreografico (Graphic movements)

Il Tendone da Circo: una scelta (Le Chapiteau: un choix)
La nuova tendenza degli anni ottanta è stata quella di prendere le distanze dalle discipline comunemente usate dal circo contemporaneo (rendendole così automaticamente parte del circo tradizionale o classico). Ma il circo degli anni ottanta ha anche, al contrario, accettato uno dei codici più significativi del circo classico come suo simbolo canonico: quello del tendone. Tuttavia, dagli anni novanta, soltanto il 20% delle compagnie si esibisce sotto la tenda.
Creare uno spettacolo sotto il tendone non esclude, a livello teorico, la varietà delle forme di rappresentazione. Nonostante ciò, è impossibile non notare che la maggior parte dei performers che scelgono la tenda prediligono e promuovono una “estetica del familiare”, ricreando una relazione intima con il pubblico, ed evocando temi familiari (come quelli gitani e zingareschi, o ambientazioni da fiera, rustici e grossolani, con scene di vita quotidiana), o usando mezzi semplici e conosciuti.
Fedeli alla definizione architettonica di circo come “campo a spazio centrale”(central playground space) di Philippe Goudard, con “molteplici punti di vista”(Johann Le Guillerm) questo tipo di circo presenta in genere aree di performance circolari, adatte a diversi tipi di rappresentazione (fatta eccezione per il Cirque Plume).

Dal circo alle Arti Circensi (Du Cirque aux arts du cirque)
Le arti acrobatiche esistono da seimila anni, la giocoleria da quattromila anni, le arti comiche e quelle equestri sono praticate dall’alba della civilizzazione. Alla fine del diciottesimo secolo, queste discipline, più altre che da esse derivavano, sono state progressivamente ricondotte all’interno del circo, da cui esse ricevettero un grande impulso e la definizione di arti circensi.
Attorno agli anni ottanta, con lo svilupparsi del nuovo circo, queste arti si sono liberate da questa etichetta, e hanno dato vita a discipline artistiche tout-court, a spettacoli monodisciplinari in genere pensati per il palco. Jugglers e clown furono i pionieri di questo processo, con performances a coppie o in solo, e a volte presentando pezzi con un gran numero di artisti, che possiamo definire “ballets”. Per alcuni performers, guadagnare questa autonomia all’interno del circo aveva lo scopo di stabilire la propria individuale forza espressiva. Da questo momento in poi, questa autonomia diviene una consuetudine, ed è presente in quasi tutte le specialità (palo cinese, BMX, diabolo, cloud swing, ecc.)

Il Circo fuori dagli schemi (L'outre-cirque)
Le arti circensi si stanno evolvendo e mescolando, stanno divenendo un genere multimediale e interdisciplinare, come il cinema o l’opera. Dalla sovrapposizione di circo e musica si è creato un nuovo guazzabuglio di discipline, negli ultimi trent’anni del ventesimo secolo. Oggi, ogni specialità mescola il teatro (soprattutto il teatro muto) e la danza, e sempre di più le arti circensi stanno entrando in contatto con mezzi di espressione prima inusuali, come il video, il cinema, il teatro dei burattini, le arti visuali e digitali.
Un numero crescente di coreografi e direttori hanno, in parallelo, iniziato ad incrociare le loro creazioni con il circo. Questo processo ha portato in evidenza l’esistere di arti che sono “fuori dalla norma” e che negano ogni tipo di definizione. Al contrario alcuni artisti, come Christophe Huysman, non esitano a classificare tutte queste forme ibride di espressione come “circo”. Altri preferiscono chiamarle “teatro visuale”, mentre alcuni obiettano l’uso del termine “circo”, pur senza negarne la provenienza da quell’ambito. L’insieme di tutte queste discipline può essere definito come “circo esterno”, ma anche come “danza esterna” o “teatro esterno”, a seconda del punto di vista.

La tematica sociale (L'interpellation sociale)
Seguendo la strada già intrapresa dai predecessori del nuovo circo negli anni settanta, alcuni performers vedono la loro arte come mezzo per dare forma ad un messaggio o ad una tesi. Da questo punto di vista, essi condividono con i colleghi delle altre discipline artistiche, l’idea che l’arte debba giocare un ruolo politico e sociale. Questa ambizione può portare a risultati e visioni estetiche molto diverse. Alcune interpretazioni sono “relazionali”, come quella del clown Proserpine che incontra gli abitanti di una terra per “creare dei legami lì”. Altri giocano sul concetto di distanza tra palcoscenico e casa per presentare il problema dell’ingiustizia della disoccupazione (Base 11/19), le difficoltà della competitività estrema (100% croissance), la presenza massiva dei media (Zapptime remix), le malattie e i disagi (Deversoir).
Le abilità straordinarie degli artisti sono usate per amplificare e diffondere la missione sociale cui essi sono chiamati.

OddBall Comedy (Drole de rire)
La figura comica principale del circo è basata sul clown Augusto. Questo personaggio ha resistito anche con i clown più moderni, come Ludor Citrik, che ha riportato in scena la ferocia (irriverenza, immodestia e mostruosità) che il circo tradizionale stava iniziando a percepire come esagerata. Ma il naso rosso ha rapidamente perso il suo monopolio, e le figure comiche del circo si sono notevolmente diversificate. Come già visto con Philippe Goudard o Nikolaus, il clown odierno giustappone differenti registri, da quello paradossale, a quello eccentrico, a quello sfacciato, burlesco, a quello ridicolo e satirico. Diversamente dagli umoristi proposti dai media, questi clown non cercano gli applausi o la risata facile, ma vogliono essere eccessivi e rompere gli schemi sociali fino quasi all’intollerabilità. Per realizzare questo scopo, essi giocano con la familiarità del pubblico nei confronti di un genere immaginato come ripetitivo, inoffensivo e di minore importanza.
Restando sempre all’interno del paradosso di capacità quasi sovrumane (i clown sono spesso eccellenti acrobati) ma usate in modo totalmente ridicolo, quella della “risata da circo” è un’arte importante, che attacca lo spirito di serietà, minaccia a qualunque tipo di arte. Non ci sono errori, questo tipo di rappresentazione risveglia i nostri terrori e i nostri incubi, senza nemmeno aiutarci a guarirli!

Movimenti grafici (Mouvements graphiques)
Nel tentativo di elevarsi al di sopra del concetto di performance come fine a sé stessa, cioè come momento per mostrare semplicemente le proprie abilità performative, alcuni artisti si basano sulla bellezza della forma. La questione è, come già posta da molti artisti visuali o ballerini contemporanei, quella di mettere in discussione la mera pratica, arrivando persino a mettere in dubbio l’esistenza dell’arte per l’arte. Questa tendenza deriva dai codici narrativi del nuovo circo, e rinnova l’immediatezza della mostra del corpo del circo classico, spogliata dei suoi aspetti teatrali più appariscenti. Questa ricerca si basa su due posizioni, distinte ma compatibili. La prima tende alla “poesia della visione” e alla “magia della forma”. Questa tecnica lascia lo spettatore immerso in immagini grafiche continue, come in “Plus ou moins l’infini.” La seconda posizione è invece basata sulla coreografia, ed ha come scopo la pulizia e la purezza dei movimenti, senza necessariamente compromettere la nozione di personaggio. Il ruolo del corpo diviene così l’aspetto più significativo. Grazia e astrazione visuale sono perfettamente compatibili con una visione critica del mondo, come mostrano, ad esempio, i lavori di Jean-Baptiste Andrè.

 

 

 

 

La Tigre di Peluche
diario di viaggi
a cura di Salvatire Frasca