Mercantia

Certaldo (FI)
www.mercantiacertaldo.it
intervista al direttore artistico Alessandro Gigli

Sul finire degli anni 70 c’è stata un’onda di laboratori nelle scuole sull’animazione teatrale, e ho l’impressione che ci siano come dei corsi e ricorsi storici, dove questa volta gli strumenti di lavoro sono diventate le arti circensi. Si parla di rapporto con la socialità, la psicomotricità, l’antropologia, la scuola pubblica, il fenomeno delle convention, valenze molto interessanti, e l’esibizione degli allievi della scuola svizzera Toameme a Certaldo Basso va certamente nella direzione di un loro apprezzamento. Il rischio è però ritrovarsi tra qualche anno con bambini in scena un po’ dappertutto col diabolo o altri attrezzi e senza alcuna idea di cosa significa esibirsi di fronte ad un pubblico. Il rischio della massificazione è evidente, perché sta già nascendo una categoria di mediocri performer giocolieri, con lo spettacolo in una valigia, che vanno via a 100/150 €, una tariffa standard che ammazza l’arte. Prendi i trampolieri, di spettacoli che abbiano un significato ce ne sono pochi; mettono su un costume e dei tamburi, putupum putupum, e sono tutti uguali! La maschera, la giocoleria, la chitarra sono tutti strumenti, ma poi ci vuole che tu faccia uno spettacolo originale con questi strumenti. Spero che questo lavoro, dalla grande funzione artistico/sociale, serva anche professionalmente agli allievi delle scuole; ma quanti di loro supereranno la condizione del precariato? Non vorrei che si creasse una categoria di off, che fanno delle repliche di repliche di cose già viste e a te organizzatore di eventi non ti prende voglia di ingaggiarli. Avendo inoltre avuto in tutti questi anni il compito di tracciare delle linee o di sostenere e promuovere l’arte di strada, devo dire che in questo momento le arti circensi, con il tessuto di scuole, laboratori ed eventi ormai ben diffuso, non sono quelle che hanno maggiore bisogno di promozione. E’ invece più difficile creare spazio per un burattinaio, un cantastorie, un attore, un bravo mimo, un’idea nuova; proposte che oggi ritengo sia giusto Mercantia si impegni e continui a valorizzare.
Detto questo sono rimasto particolarmente contento della collaborazione instaurata quest’anno con la scuola di arti circensi Flic. Abbiamo elaborato insieme un progetto complessivo per Mercantia, un progetto che si è realizzato appieno con la direzione di Roberto Magro, anche oltre le aspettative. Avevamo allestito una piazza importante il cortile del palazzo Stiozzi-Ridolfi con un palco e una platea, dove si sono esibiti il collettivo 320 Chili con “Invisibile” e gli allievi della scuola Flic con una serie di spettacoli. Una piazza che ha funzionato benissimo, con una platea sempre piena e molto calorosa. Ma oltre agli spettacoli nel cortile abbiamo lavorato ad una vecchia idea che non mi era ancora riuscito più di tanto di realizzare, cioè dislocare più azioni con gli artisti in tanti punti e in tanti modi all’interno del borgo. L’obiettivo non era che il pubblico si fermasse a guardare ma che l’azione lo accogliesse e lo circondasse durante il suo spostarsi nel borgo. Così con la Flic abbiamo realizzato alla Torre un doppio allestimento con un palo cinese e una esibizione di teatro/danza verticale; poi su un giardino in alto c’era un trapezio, mentre sulla via del Castello c’erano un portico coi tessuti ad altre postazioni coi giocolieri; e ancora giochi con la scala libera in altre strade, così il pubblico che arrivava riceveva suggestioni da tutti gli angoli, una caratteristica a lungo cercata da Mercantia. In tutto abbiamo accolto 37/38 persone, un gruppo molto nutrito, e devo dire che hanno lavorato tantissimo. Erano sempre agli attrezzi a provare, ma ho visto anche molta condivisione e riunioni di lavoro per riprogrammare le performance dei giorni successivi. Una disciplina che sicuramente appartiene a questa tipologia di artisti, e forse avrei voluto che andassero via meno stanchi!