SALTIMBANCHI ALLA ROMANA: UN PO' DI STORIA
a cura di Simone Romanò

Capodanno 2000, ricordo un primo tentativo di organizzare una convention di giocoleria a Roma... ricordo tentativi di trovare un posto, non troppo freddo che ospitasse una cinquantina di giocolieri con tutti i loro attrezzi, un piccolo palco arrangiato, un posto dove accozzare dei materassi e sacchi a pelo, magari stetti stretti per farci un po di calore...
Non aveva funzionato...per fortuna!
Da questo primo ma decisivo fallimento, nascono i Saltimbanchi alla Romana, nella loro prima formazione, occhi grandi e tanta voglia di far conoscere alla gente romana che le palle possono girare anche qui nella capitale. Con questa idea, di far girare le palle, esce il primo flyer firmato Saltimbanchi alla Romana, spettacolo di mimo e clown di Dino Ruggiero, alla SCOLA, Via Sabelli,  entrata 3000 lire. Col bel tempo e il discreto successo di quella serata, abbiamo cominciato ad usare il giardino e accolto uno spettacolo sperimentale di circo-teatro Pitipu-Patapa, direzione di Joshua e un Costantino Pucci Clown, sempre 3000 lire.

Forti delle prime serate di successo e della nostra “cassa” di forse 300-400 mila lire chiediamo al CSA La Torre di ospitare la convention romana di giocoleria che accoglie entusiasticamente l'idea e insieme cominciamo a lavorare per sistemare ed organizzare al meglio il posto.
Nasce cosi dal 7 al 10 di settembre 2000 la prima convention romana di giocoleria, circa 200 campeggianti durante i 4 giorni, battezzata da una pioggia provvidenziale che  ci costringe a arrangiarci in un open stage nella stalla sovraffollata della Torre e che allo stesso tempo diventa un momento simbolo delle convention romane: l'arrangiamento e la voglia di farlo qualsiasi cosa accada...E proprio questa voglia di fare che ci porta, l'anno dopo, a organizzare la II Convention Romana più o meno con la stessa formazione organizzativa.

A partire dall'anno successivo il gruppo formante si trova molto disgregato e si decide che non sarebbe stato possibile fare la convention nel 2002 in quanto mancavano le forze e l'organico necessario a portare avanti il progetto, quindi decidiamo che da quell'anno la convention sarebbe diventato un incontro biennale, per dare modo ai saltimbanchi alla romana di riorganizzarsi e di accogliere nuove persone con nuove idee e nuovi stimoli.
Da li fino ad ora è già storia...

 LE BASI E LA FILOSOFIA

La convention romana è cresciuta, si è sviluppata, è migliorata, cercando di proporre di anno in anno dei momenti di incontro tra giocolieri che fossero di qualità, mantenendo quella che è sempre stata la sua caratteristica più bella...ovvero il suo ambiente familiare a carattere popolare e sociale. Le linee principali da sempre seguite sono state l'autofinanziamento e l'autogestione, cercare di sempre proporre un evento di qualità a prezzi popolari in un ambiente liberato e creativo.

Nel corso degli anni, la convention romana, è diventata un appuntamento sociale non solo per i giocolieri italiani ed internazionali ma anche per la popolazione non necessariamente giocolieresca romana, che sempre affolla il pratone della Torre durante gli open stages e i Gran Galà e che letteralmente “allucina” assistendo ai nostri Renegade Shows...

LA VI CONVENTION ROMANA

Ed eccoci qua, siamo arrivati alla VI edizione, che è stata forse l'edizione che a livello di organizzazione ha funzionato meglio e che ci ha riempito di felicità e, perché no, anche di un pizzico d'orgoglio! Forse a livello statistico non è stata la più popolosa, circa 400 campeggianti e più di 1000 la serata del Gran Galà, ma sicuramente ha funzionato tutto molto bene nonostante la solita pioggia provvidenziale (più che provvidenziale direi “torrenziale”) dal venerdì alla domenica pomeriggio.

Il primo giorno e il Galà Romano.

La VI edizione è iniziata con uno spettacolo tutto particolare...Il Galà Romano!! Spettacolo che ha visto incontrarsi sullo stesso palco diverse generazioni di artisti storici romani, da Claudio Montuori e Marcello “Mate-mitico” all'intervento fuori programma di Adrian Kane, dal trapezio delle Tàkiti alle acrobazie del Circo 238, da Guglielmo a Warner, ospite speciale: Laura Pausini! Il tutto e' accompagnato dalla salsa di fave fresche e pecorino romano del Ponentino Trio, che tra uno stornello e un ritornello e un vammoriammazzato ci ha portato una serata con un'energia veramente incredibile.
Una nota speciale va a Sara, classe '94 e accompagnata dai genitori, che ha aperto il Galà Romano, con un numero di tre palline alla sua prima performance pubblica, senza neanche un drop davanti!
Da non dimenticare anche l'open stage che ha seguito il Galà Romano...Iniziato ad un'ora improbabile (circa l'una e mezza), con una umidità da record (99,9%), ha visto un grande e coraggioso Conte Schippa, accompagnato dal sempre energico Baraccano, condurre a termine la prima serata-nottata.

Il Venerdì, l'Open Stage, la prima pioggia.

Ricordo che il Venerdì è iniziato bene, sole timido ma caldo e Saltimbanchi già provati a livello fisico e mentale! Alle 9,35 di mattina, arriva una telefonata che annuncia che il palco arriverà in ritardo di un paio d'ore...Intanto la gente si sveglia, le palle ricominciano a girare, i corpi si rimettono in moto, come se la festa della notte precedente non fosse finita alle 7 del mattino, e noi che facciamo slittare tutto il montaggio di due ore, con un preoccupato sospiro di sollievo.
Il palco arriva alle 16.28!! Ci ricordiamo di tutti “li va a mori ammazzati” della notte precedente e cominciamo a montare service, palco, sipario e luci a tempo record, con la solita benedizione di un acquazzone di fine estate per rinfrescare l'aria...
Finiamo di montare alle 22,55, l'open stage inizia dopo 10 minuti...
Malgrado tutta la fatica, il palco appena montato è molto bello e l'Open Stage può iniziare!
Vediamo un piacevole ed elegante Dodo in veste di presentatore e un eccentrico accompagnatore, Luca Clarioni, che donano all'open stage un ritmo e un'atmosfera veramente piacevole. Sul palco si susseguono molti artisti, italiani ed internazionali, con un livello che non ha nulla da invidiare agli open stage delle convention europee. Tra gli artisti che si sono esibiti troviamo alcune delle giovani promesse della giocoleria italiana come Lorenzo Sid, Marianna, Chicco, Yuri e Nicolò; quest'ultimi sono due ragazzi di 15 anni e 16 anni che ci hanno dato prova di una tecnica sciolta e sicura e un montaggio per niente banale...a me personalmente sono uscite un paio di lacrime di gioia a pensare che loro saranno la nuova generazione e che loro un giorno organizzeranno la convention romana!

        

Abbiamo subito pensato “Convention bagnata, convention fortunata”, quando il sabato pomeriggio, poco prima della parata, ha iniziato a piovere di brutto... Tutti quanti truccati, vestiti, suonando e ballando, pronti per partire, dal pratone siamo riusciti ad arrivare fino alla tettoia del fienile...L'acqua veniva giù ma il morale andava sempre più su con la musica e gente contenta che si rotolava nel fango e ne usciva ancor più' contenta...Appena finita, la pioggia, siamo partiti per la solita sfilata nel quartire di Casal de Pazzi fino ad arrivare nel prato proprio fuori dell'ala femminile del carcere di Rebibbia, dove tra musica, balli e un toss up celebrativo, abbiamo portato il nostro saluto e la nostra solidarietà' alle detenute.

Una delle novità' assolute di questa convention, e anche una delle più apprezzate (ovviamente dopo il “porchettaro”), e' stata un'idea del Bugs Lab, il banchetto  aperitivo SPRITZ, ovvero nell'attesa della cena e dello spettacolo ci si poteva rilassare ascoltando concerti acustici dal vivo davanti a un buon aperitivo, i cui ricavati sono andati al finanziamento di un progetto di formazione informatica e tecnologica con il “comitato popolare di resistenza non violenta contro il muro” nella città di Ni’lin,in Palestina, per dare voce diretta alla comunità locale, senza la mediazione di attivisti internazionali (www.bugslab.net). Una nota va spesa anche sulle succulente cene vegan-vegetariane cucinate dalla ormai mitica Trattoriola, cibo solo da agricoltura biologica, che da quest'anno ha eliminato l'uso di piatti e posate di plastica.

Sabato e Gran Galà

Finalmente arriviamo al tanto aspettato momento...Il Gran Gala'!
Sabato siamo stati rapidi ed efficienti, malgrado la tempesta, quindi abbiamo avuto una ventina di minuti per mangiare tra montaggio palco e l'inizio dello spettacolo.
La gente si comincia a sedere, più gente continua ad arrivare e piano piano il silenzio cala e si spengono le luci...Questo momento e' sempre molto bello, quella tensione positiva nascosta nel silenzio delle quasi 1000 persone già presenti e che riempono di movimenti l'oscurità'...(Mariaaaa....shhhhh!)
Gli Smile Carucci escono a squilli di trombe con le loro facce super sorridenti e la loro energia semplice e coinvolgente, già si capisce che sarà' un gran bello show! Senza esitare o perdersi in inutili chiacchiere, danno il via partecipando loro stessi al primo numero della serata...Gia dopo pochi istanti, il pubblico riconosce le inconfondibili note di “Cocorito” e accoglie a gran voce e con mille applausi Antonio Tremani e i suoi palloni. Segue Frida Odden, artista finlandese, con un interessante sperimentazione con movimento e palline. Possiamo dire che la giocoleria non manca e il livello tecnico cresce sempre di più con giocolieri del calibro degli svizzeri Jonas Althaus e Joelle Huguenin e il tedesco Christof  Buch. Anche la ciociaria ha avuto il suo momento di gloria con gli Hula -Hoops di Silvia Pavone. Un numero del tutto particolare ed originale sia nello stile che nella scrittura è stato quello della francese Isabelle du Bois, che con ritmi, musica e giocoleria ci ha regalato un momento molto bello ed intenso tra comicità e poesia, anche se parzialmente distrutto da “Maria” e il suo cane...ops scusate, da “Maria” e il suo padrone ubriaco, ma questo è anche il brivido della diretta. Sempre dalla Francia si sono esibiti il duo diabolista della Compagnia Tilos con un numero elegante e divertente. L'intrattenimento comico è stato affidato con successo alla Compagnia Autonoma Tenenti che si è avvalsa anche dall'aiuto dei Five Quartet Trio, impiegati durante il Galà come mozzi di scena. La chiusura invece è stata affidata al grande Fernando Rebote che con la sua precisione ormai storica dimostra ancora una volta di essere un grande giocoliere con la sua ultima invenzione della “macchina spara palle”.
Insomma è stato un Gran Galà di alto livello, che ha soddisfatto le miglaia di persone presenti nel parco dell'Aniene e che è stato di inspirazione anche per tutte le giocoliere e i giocolieri che aspettavano di vedere delle buone performance.


A fine Galà, la gente si può disperdere nei vari angoli della Torre, con a disposizione molte attrattive differenti: la birreria sempre super affollata, il “Porkys”, che faceva fatica a stare dietro alle richieste carnivore dei giocolieri affamati, la terrazza con i tavoli per magnate e bevute collettive. Per ballare, invece, un super DJ Michele dalla Sicilia con i suoi dischi posizionato davanti al palco piccolo e accanto alla zona campeggio troviamo degli instancabili musicisti con  batteria e didgeridoooo che ci hanno fatto ballare fino a tarda ora con sonorità molto tribal-drum&bass.

Olimpiadi e Renegade Show

Cosi ci siamo portati a casa la terza giornata di convention e anche parte della quarta: quando chiudo gli occhi c'è già il sole che scalda...
La domenica ha di per se una energia tutta particolare...La gente si rilassa, la fatica è presente nei corpi quindi tutta l'atmosfera ha un non so che di trascinato...di “domenicale”, appunto. Gli unici eventi in programma sono le olimpiadi e il tanto aspettato Renegade Show, ma per la serie “non c'è due senza tre”, ecco ripresentarsi quella pioggerellina fitta ma fina, che ormai non ci impensierisce neanche e le olimpiadi possono cominciare tra un impermeabile e un timido ombrello!
Difficile raccontarvi di come sono andate in quanto, come da tradizione, sono stato chiamato ad organizzarle e a fare da presentatore, con l'accompagnatore ufficiale della VI edizione, ovvero di nuovo Luca Clarioni, visibilmente ancora provati da un paio di Havana Club di troppo della sera precedente. Giulio del FiveQuartetTrio è il giudice ufficiale con tanto di camicia e cravattino, mentre Luca ed io proviamo un goffo tentativo di travestimento da corridori olimpionici degenerato in una coppia sportiva pseudo-gay, che fa il giro del campo ed accende il braciere saggiamente posizionato in una carriola da muratore arrugginita. Le VI Olimpiadi Romane hanno inizio!
Se non fossi stato io l'organizzatore e presentatore avrei sicuramente sospettato ad un tentativo di  corruzione, in quanto 6 premi su 10 sono stati vinti dalla stessa persona, Gualdo, il cileno tutto fare. Ma a parte questo dubbio, i giochi olimpici sono trascorsi piacevolmente ed allegramente, d'altronde convention bagnata...

Da subito dopo le olimpiadi si cominciano ad aggirare per il pratone degli indiscreti tipi loschi che cominciano a montare impalcature, speakers, luci e una moquette sdrucita sull'erba ancora bagnata.
Un'inequivocabile cartello a bomboletta spray viene posto sopra quella che avrebbe potuto essere un'entrata, con su scritto “Renegade Show”...Diciamo che l'immagine di quel locus ameno già diceva molto di quello che sarebbe successo da li a poche ore...I Renegade non possono iniziare ad un orario normale e questo il nostro Team lo sa bene!
Ore 01:19 (è già lunedì e la convention è ufficialmente finita), scendono in campo: all'attacco centravanti di sfondamento e capitano, Salvatore Frasca;
arbitro parzialissimo dal giudizio irrevocabile, Riccardo Battistini; fantasista di accompagnamento fisarmonico Alberto Becucci, già da molti soprannominato “er maestro”; difensore di spessore e di stazza, provato dalla sua frenetica carriera, Ciccio Paradise; ala destra di rifinimento musical-elettronico, Giacomo Costantini; in panchina, allenatore fuoriclasse italo-sloveno, Lorenzo Mastropietro e il suo romanissimo tecnico di gara, Jacopo Smile Carucci. Per completare la formazione iniziale un ringraziamento speciale va all'instancabile Silvio Olivieri che ha monitorato tutta la serata dalla sua cabina di regia.
A pochi minuti dal fischio d'inizio già sono finiti i numeri “programmati” ed il vero Renegade ha inizio, in una successione di numeri improbabili e di “cose” che forse non si potevano neanche chiamare numeri. Ma i 180 litri di  vino sgorgano abbondanti e le distribuzioni non si fanno attendere troppo, quindi dopo solo un paio d'ore il livello alcolico e di pazzia crescono vertiginosamente, aumentando quello che già è un ambiente a dir poco surreale. Mi è impossibile ora fare una cronaca dettagliata degli eventi, ma posso solo ricordare i momenti che per me sono stati  più' significativi e più “renegade”.
Nella prima fase c'è stato un geniale passing di schiaffi in faccia, veri, forti e a mani aperte, con pattern per nulla semplici che solo giocolieri esperti come Dodo e Giongo avrebbero potuto mettere in atto...Ricordo un Sashaman con un vestito da cicciona in bikini, occhialoni da sole e parrucca biondo platino, entrare in scena con un boa rosso e buttarsi addosso a tutti i presenti sul palco, esigendo baci in bocca appassionati e leccatine di capezzoli... Come non ricordare due tra i personaggi clue di tutta la serata: il poeta Matteo Capogna e il fantomatico padrone del cane Maria (di cui nessuno mai ha saputo il nome). Il primo si è esibito più volte in monologhi deliranti di alcol tra un pisolino ed un'altro, raccontando storie assurde di dubbia morale, accusando alla massa di essere una banda di fricchettoni omosessuali o raccontando barzellette semi-oscene che facevano delirare il pubblico. Il secondo non aveva le stesse doti artistiche del “poeta” ma sopperiva a queste con la sua tenacia a “far girare le palle” ed il suo amore incondizionato per il suo cane Maria; ospite del renegade amato ed odiato, ha passato molte ore in una poltrona d'onore, proprio nello spazio scenico, ed ogni tanto ci regalava qualche sua perla di saggezza, agguantando il microfono con prepotenza. Ma il mio lodo più grande va indubbiamente agli Smile Carucci che verso le ormai 5 o 6 di mattina eseguono un trucco che rimarrà negli annali non solo dei Renegade ma della giocoleria mondiale: Jacopo su una traliccio e a circa 10 metri di distanza, sull'altro traliccio, ugualmente traballante, c'è Andrea, che traballa più del suo supporto metallico. I due si guardano e pensano: “Non ce la faremo mai”,ma Jacopo si concentra, impugna la sua sigaretta, prende la mira e la lancia attraversando tutto il palco, arrivando fino al suo compagno che con un movimento irripetibile la riceve in bocca con la standing ovation della folla rimasta a guardare...
Orario dell'applauso finale ufficiale: h 7:12.

 

Devo dire che tutto questo è stato possibile grazie all'impegno e agli anni di sperimentazioni che Salvo, Riccardo, Ciccio Paradise e Alberto portano avanti in tutti i posti che glielo lasciano fare; penso anche che quest'ultimo sia stata una perla che ha arricchito, in un certo senso, il nostro bagaglio culturale ed artistico. Il Renegade Show sta diventando una istituzione e soprattutto una forma di spettacolo innovativa, surreale e tremendamente coinvolgente, insomma è stato una degna conclusione di una convention, che per quanto modesta, vuole crescere e migliorarsi e vuole continuare a regalare a tutti dei momenti emozionanti e dei giorni di aggregazione unici che ci migliorano e ci rendono più umani.
 

                         

 

 

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