Università degli studi di Tor Vergata, Facoltà di Medicina e Chirurgia, corso universitario in Scienze Motorie 
Autore: Mirko Giannetta
mirkogiannetta@gmail.com
Relatore: Prof. Stefano D'Ottavio
Correlatore: Dott. Gioacchino Paci
Anno accademico: 2011/2012

 

Il presente lavoro offre al lettore riflessioni e spunti operativi sul clown come strumento pedagogico di espressività per lo sviluppo delle attitudini psico-fisiche del bambino. Una proposta di un laboratorio clown per la scuola primaria che integri il normale programma scolastico.

Introduzione

Che cosa vuol dire educare? Saper giungere e saper condurre l’uomo alla consapevolezza e alla conquista della sua umanità, renderlo dunque cosciente del suo significato e quindi del suo valore. Ritengo che l’ educare con l’arte sia la strada più semplice e al tempo stesso di una efficacia sbalorditiva, per tirar fuori dall’uomo le sue potenzialità nascoste. Amo le arti circensi, e, in particolare, amo profondamente la clownerie. Al centro della ricerca sul clown c’è il corpo: lo strumento più espressivo che abbiamo, ma che troppe volte è utilizzato solo come veicolo del “fare quotidiano” e non del “comunicare”. “Avvertire il corpo come strumento di espressione e comunicazione, permette la verifica della propria consapevolezza storica, un sentirsi entità in un mondo di <<relazioni>> conservando il senso della diversità e del nostro essere distinti nel mondo oggettuale”. E’ importante oggi puntare verso un’educazione integrale, che tenga in considerazione che il bambino ha una storia personale fatta di un passato, di un presente che esprime attraverso gesti e parole, un corpo, che possiede una memoria molto ampia, la cui importanza è fondamentale nella costruzione della personalità. Una educazione integrale, non esclusivamente intellettuale, passa attraverso la formazione di una sensibilità estetica, di un’ educazione sensoriale, un’educazione al “gusto” per l’avventura, l’incerto, il nuovo. Il presente lavoro intende tracciare un percorso di espressività-clown che si possa affiancare al normale corso di studi previsto per la scuola primaria. Parlare di crescita, infatti, relativamente ai bambini dai 5/6 anni fino ai 10/11, significa non solo considerare l’aspetto cognitivo,  ma, anche e, soprattutto, stimolare lo sviluppo personale, relazionale/sociale e motorio. Da questa considerazione nasce la ricerca di nuove, più funzionali ed efficaci forme di insegnamento. L’idea fondante dei progetti di circo per bambini non è di copiare il circo reale, piuttosto assumere il tema del circo come punto di partenza per un lavoro creativo, armonico e formativo. Il primo capitolo offre una presentazione, a mio giudizio, necessaria, della figura del clown. L’approccio di tipo storico è intervallato da considerazioni di carattere teoretico. Nel secondo capitolo, intendo offrire considerazioni generali sul valore pedagogico del clown e, operativamente, delineare i tratti principali della proposta di un laboratorio di circo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Le Arti Circensi approdano all'Università

L’Ass. Giocolieri e Dintorni, in collaborazione con il Corso di Laurea in Scienze Motorie, Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, e in partenariato con la Fondazione Patrizio Paoletti, presenta il “3° Corso Universitario per lo Studio delle Attività Motorie applicate alle Arti Circensi”
(30 settembre 2013 - 28 giugno 2014)