Luci della Giocoleria - le fonti

di Alessandro Serena - a.serena@iol.it

 

Parlando di teatro sono in molti a ritenere che le altre forme popolari dello spettacolo, come feste, circo, o varietà, siano orpelli destinati solo a dare un po’ di colore alla storia del genere drammatico. E nonostante a cavallo fra ‘800 e ‘900 gli spettacoli di circo e di varietà abbiano rappresentato la principale fonte di divertimento per gli spettatori di tutto il mondo occidentale, nella storiografia dello spettacolo i due generi rimangono campi inesplorati e i pochi lavori esistenti mancano spesso di una visione interdisciplinare.

A rendere più ardue le ricerche gli esponenti del mondo del circo, salvo alcune eccezioni, non hanno mai espresso particolare attenzione alla riflessione sui propri codici. Probabilmente legati alla estrema pragmaticità del loro vivere quotidiano, non si sono mai fermati a pensare alle proprie poetiche e tanto meno a scriverne.

I problemi di un ricercatore sono quindi principalmente legati alla quasi totale mancanza di interlocutori. Non esistono in Italia centri dati o archivi pubblici, le poche raccolte esistenti sono di proprietà di privati e sono più delle collezioni che degli archivi, rendendo difficili eventuali ricerche. Perfino le grandi famiglie come Orfei, Togni o Casartelli, non possiedono documentazioni affidabili sulle loro attività passate e quando dei circensi ricostruiscono degli avvenimenti lo fanno sempre in maniera molto approssimativa.

I testi stranieri sono difficile da reperire, e quelli a portata di mano, se non addirittura vaghe descrizioni del magico mondo della pista, sono quasi sempre storie del circo piuttosto generiche.

La raccolta di materiale di una singola disciplina circense è poi, come si può facilmente immaginare, ancora più complicata. I lavori monografici sono pochi e ma hanno scarsa circolazione. Raramente sono tradotti in altre lingue. Solo a fatica un ricercatore riesce a penetrare nel mondo del circo e in realtà è stato possibile completare questo studio solo andando a spulciare fra archivi e biblioteche, specializzati o meno, localizzati in mezzo mondo.

Ma nell’esaminare le sparse testimonianze riferite ai giocolieri, sono emerse alcune considerazioni di importanti teorici del teatro che hanno aperto i nostri occhi a inconsuete riflessioni sulla disciplina della giocoleria. Si sono così tratteggiati degli aspetti inediti legati all’attività pratica del giocoliere, di volta in volta alle prese con astuti impresari, cinici direttori di circuiti teatrali e agguerritissimi concorrenti che lo costringevano a sempre nuove trovate. Crediamo che uno studio focalizzato su di una disciplina inesplorata come la giocoleria, possa tornare utile anche per meglio definire i contorni dell’attività teatrale in genere più di quanto avrebbe potuto probabilmente fare un’ennesima ricerca su già noti interpreti di testi drammatici del tempo.

Il lavoro svolto, che è nostra intenzione ampliare e approfondire, resta comunque solo un timido tentativo di avventurarsi dentro le meraviglie di una storiografia circense per il momento incompleta, quasi come un tendone in costruzione, un circo montato solo per metà.

 

 

 

 

LUCI DELLA GIOCOLERIA

Alessandro Serena e Karl-Heinz Ziethen

160 pagine – 130 illustrazioni

15 euro - edito da Stampa Alternativa

 

 

Non un "trattato" sulla giocoleria e sulle sue tecniche, ma un’opera di divulgazione che, delineando a grandi tratti lo sviluppo della disciplina, illustra la sua capacità di meravigliare e di fare spettacolo.

Il volume inizia con una breve analisi dei primi reperti sull’attività dei giocolieri. Passa poi per l’antica Roma, attraversa Bisanzio e arriva in Cina. Torna in Europa e alle fiere del medioevo. Si ferma un bel po’ nei circhi stabili e nei teatri di varietà a cavallo tra otto e novecento, forse il periodo d’oro dei giocolieri. Di questi anni racconta le grandi figure, dedicando un lungo capitolo all’italiano Enrico Rastelli ed ai suoi emuli. Dà notizia di come la giocoleria abbia tratto ispirazione dalle divise militari, dai ristoranti, dalle commedie, dallo sport e dal tempo libero. E di come abbia a sua volta ispirato le prime pellicole mute e in bianco e nero. Analizza poi il periodo del secondo dopo guerra e delle grandi scuole della Russia e della Cina, fino ad arrivare ai giorni nostri. Accenna quindi all’esplosione della giocoleria di strada, alla rinascita del circo di tradizione e all’utilizzo del juggling in altri contesti. Descrive infine la definizione di nuovi mercati, di nuove modalità di rappresentazione e racconta della comparsa di nuovi grandi "rivoluzionari" della disciplina. Il lavoro, che porta la firma di Alessandro Serena e Karl-Heinz Ziethen, due tra i massimi storiografi della giocoleria mondiale, è il primo di una serie che si propone di illustrare e divulgare la storia, gli esiti, i protagonisti e le molteplici valenze della giocoleria in Italia e nel mondo.

 

 

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