XXVIII - Festival di Monte Carlo - 2004

 

 

a cura di Dario Duranti - dur.anti@libero.it

 

Il 28° Festival di Monte Carlo passerà alla storia: in 30 anni di vita non era mai successo che sui tre scalini del podio più prestigioso del panorama circense salissero tre artisti provenienti da una medesima nazione. I fratelli Guido e Maycol Errani (formati all'Accademia del Circo di Cesenatico da Eugenio Larible e Antonio Randols) hanno entusiasmato la platea monegasca che, dopo aver tributato al loro numero di giochi icariani numerose e sentite standing ovation, gli ha conferito uno splendido Clown d'Oro. I Fratelli Ernani si erano già aggiudicati nel 2003 il terzo posto ai Festival di Grenoble e Wuqao, in Cina, ma questo riconoscimento è particolarmente rilevante, oltre che per la loro giovane età (16 e 18 anni), anche perché nessun numero acrobatico italiano si era mai aggiudicato il primo premio a Montecarlo. A rallegrare la festa si sono aggiunti il Clown d'Argento andato a Stefano Orfei Nones (il figlio della Moira Nazionale) per il suo numero di tigri, e la statuetta di Bronzo che ha premiato il ventriloquo Willer Nicolodi. La presenza italiana era rafforzata dal numero di tessuti di Anna Giurintano (che si esibiva al di sopra della gabbia delle tigri) e da una parata di animali esotici proposta da Alfredo Perris, anche lui proveniente dal circo di Moira. Tra le novità più interessanti di quest'anno la troupe svizzera D'Holmikers che ha proposto una vivace coreografia comica di gruppo alle parallele e gli immancabili cinesi alle prese con una fortunata contaminazione tra mano a mano, equilibrismo con pagode e salti in banchina. Per gli amanti del rischio la troupe Wallenda ha riportato in vita sul filo a grande altezza la piramide di 7 persone, figura in cui alcuni membri della medesima famiglia una quarantina d'anni fa persero la vita in seguito ad un tragico incidente. Può mancare a Monte Carlo una troupe di bascule proveniente dalla Russia? E così ecco a voi una serie di stupefacenti salti tra cui un quadruplo in plancia, un doppio e un triplo con un trampolo, un doppio con avvitamento, un triplo con arrivo in poltrona e per finire un triplo con arrivo su una poltrona sostenuta da un porteur in equilibrio con i trampoli su una barra sostenuta da due porteur...! La manifestazione monegasca nel corso della sua lunga esistenza ha laureato i più grandi nomi della giocoleria circense, da Kris Kremo a Serguei Ignatov, fino a Dick Franco. Da una decina d'anni è una consuetudine il passaggio di giocolieri di grosso calibro che si portano a casa sovente riconoscimenti importanti, messi talvolta in contrapposizione con altri giocolieri, ciascuno esponente di discipline differenti. Dal 1994 ad oggi abbiam visto Pepito Alvarez, Miguel Herrera, l'"Arlecchino Rosso" Alexander Tsarkov, Juri Borzikine (giocoliere sul globo) e Octavio Alegria (giocoliere con sombreri e clave), Stephan Gruss (con due numeri, a terra e a cavallo), Mario Berousek e Cristina Kokorina, i Teslenko e l'inarrivabile Anthony Gatto, Shirley Dean (cilindri e scatole di sigari), Picasso Junior e i Bondarenko, nella scorsa edizione Viktor Kee e quest'anno si sono fronteggiati Claudius Specht e il giovanissimo Alan Sulc, premiato con il Clown di Bronzo.

CLAUDIUS SPECHT

Sono di Basilea (Svizzera) e pur non provenendo dal circo ho iniziato presto a praticare la giocoleria. A soli 7 anni vidi uno spettacolo per bambini dello Jugendcircus Basilisk di Basilea e ne rimasi affascinato, al punto di cominciare a frequentare la scuola quando finivo di fare i compiti.. In quel piccolo circo facevo un po' di acrobatica, ma vedendo alcuni artisti giocolare comincia a provare con palline e bicchieri nella mia cameretta. Da allora non ho più smesso! Mi aggregavo a quel circo durante l'estate per circa tre mesi e nel giro di alcune stagioni ebbi modo di provare le palline piccole, quelle più grandi, le scatole di sigari, le clave, il monociclo. Provavo di tutto, ma sempre e solo per divertimento. I miei genitori non mi ostacolavano perché vedevano che facevo quel che mi piaceva, senza trascurare gli studi in ingegneria meccanica (che mi hanno anche permesso di costruirmi l'attrezzo radiocomandato con cui ora lavoro e che mi lancia le clave al momento giusto). I miei capivano che attraverso la giocoleria avrei potuto realizzare i miei sogni: ero elettrizzato dall'idea di avere una macchina mia, la mia carovana, mi sentivo libero. Dopo l'esperienza da bambino iniziai a prendere lezioni da Max Williman che da giovane era stato un buon giocoliere, prima di divenire un importante impresario in Svizzera. Fu lui a trovarmi il mio primo contratto al Circo Flic Flac, in Germania dove rimasi due anni prima di lavorare al Krone di Monaco, al GOP Varieté, al Circo Knie, al Tivoli di Copenhagen, al Circo Fumagalli in Germania, in Giappone, al Cirque d'Hiver di Parigi, negli Stati Uniti al Big Apple Circus, in Svizzera da Conelli e adesso qui a Monte Carlo. L'idea di lavorare con i coni metallici venne al mio insegnante che si ricordava di un giocoliere del passato che già li adoperava. Tra le altre soddisfazioni quella di aver raggiunto il record dei 10 coni quando nessuno ne aveva lanciati così tanti. In pista presento un numero tecnicamente molto forte, anche se mi accorgo che spesso il pubblico non è in grado di cogliere la reale difficoltà di certi passaggi. Adesso però il mio obiettivo non è più quello di lavorare con più oggetti e pongo maggiore attenzione agli elementi coreografici e di contorno che possano far risaltare il mio lavoro. All'inizio della carriera avevo costumi più classici e il numero puntava molto sulla tecnica, oggi invece ho dato spazio anche al mio carattere, alla mia natura. Con l'abito nero che uso cerco di catalizzare l'attenzione del pubblico principalmente sul mio viso e su ciò che faccio con le mani: non mi piacciono abiti luccicanti o troppo vistosi che distolgono gli spettatori dal mio lavoro. Non so ancora cosa mi riservi il mio futuro, ma se posso scegliere preferirei lavorare nel varietà, ai galà, nei teatri, piuttosto che intraprendere lunghe tournée itineranti. L'idea di viaggi frequenti e spostamenti mi entusiasma sempre meno: quando grazie a contratti lunghi mi abituo a stare in un posto  preferirei fermarmi lì con i miei amici e la mia ragazza, persone che ti considerano prima di tutto come amico, "persona", piuttosto che come artista o giocoliere.

 

ALAN SULC

Mi chiamo Alan Sulc e ho 13 anni. Mio padre da giovane presentava un numero agli anelli; la sua famiglia è nel circo da 5 generazioni e nella Repubblica Ceca gestisce il Circo Humberto, che è ancora piuttosto importante in quella nazione. Prima di fare il giocoliere avevo iniziato ad esercitarmi alle verticali. Poi un giorno vidi in televisione un numero in parte simile al mio attuale, ma di cui non mi piaceva la coreografia. E' in quel periodo che mi lasciai affascinare dalla "riverdance" (danza irlandese) al punto da pensare di introdurne alcuni passi nel numero che mi accingevo a costruire. Avevo 7 anni quando ho iniziato a giocolare. Dagli otto ai dodici anni ho dovuto anche studiare, e il poco tempo che mi rimaneva lo dedicavo interamente agli allenamenti; da quando ho compiuto 12 anni ho iniziato ad esibirmi. L'anno scorso ho partecipato al Festival di Wiesbaden (in Germania) e successivamente alla Premiere Rampe, proprio qui a Monte Carlo, palline in bouncing e prevedo di arrivare a 10. Ogni volta che si aggiunge una pallina è un traguardo enorme!cosa che mi ha permesso oggi di prendere parte a questo festival. Al momento il mio record personale è di 9

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