20 anni del CNAN

 

riflessioni sulla formazione professionale

 

Intervista a Jean-Luc Baillet, direttore del CNAC  - Artsducirque.info@wanadoo.fr

 

All’inizio del 2003 sono stato nominato alla direzione del CNAC (Centre National des Arts du Cirque), insieme ad Alexander del Perugia, con il compito di dare corpo ad un riorientamento del progetto pedagogico. Quando Chalon è nata negli anni 80 aveva un corpo insegnanti fatto di grandi maestri, come Caroli, che appartenevano però ad una tradizione isolata e tropo radicale e che privilegiavano l’insegnamento ripetitivo di grandi numeri. Dopo l’arrivo di Bernad Turin nel 92, negli anni di rottura con il Circo tradizionale che hanno visto la nascita del Nuovo Circo, la scuola ha progressivamente cambiato il suo orientamento, impostando su basi pedagogiche la trasmissione delle tecniche. Oggi che attraversiamo un periodo di riconciliazione con il passato vogliamo, pur conservando la vocazione di Chalon per l’arte, la creazione, la scenografia, la danza e il teatro, difendere il patrimonio dell’arte circense e far ritornare in auge il lavoro a 360° tipico della pista circense. La scuola stessa sorge in un edificio di età napoleonica e più che togliere intendiamo aggiungere qualcosa in questo ritorno alle origini; pur riconoscendo ad ognuno la libertà di sviluppare il proprio numero abbiamo scelto di riservare il terzo anno all’inserimento professionale, introducendo esperienze ed insegnamenti comuni per tutti gli studenti. Vogliamo che gli studenti, oltre ad apprendere le tecniche, si immergano fin dall’inizio nella cultura del circo e per la prima volta abbiamo inserito nel programma di formazione del primo biennio due settimane dedicate al lavoro presso strutture circensi nomadi. Abbiamo reintrodotto ache l’arte del dressage, riaprendo con Bertrand Cantall, studente della prima promozione CNAC 1989 e interprete di Zingarò, un maneggio con 4 cavalli, già presente a Chalon e poi chiuso nel 90. Una lezione a settimana con i cavalli è ora obbligatoria per gli studenti del primo anno e facoltativa per quelli del secondo. Non si tratta di essere conservatori o meno e nemmeno abbiamo intenzione di formare artisti del volteggio a cavallo, per questo ci vorrebbe ben altro, ma vogliamo dare agli studenti un orientamento più ampio, la capacità di lavorare in una pista circolare da 13,5 metri di diametro, un bagaglio artistico e una capacità manageriale per poter lavorare anche nei grossi complessi tradizionali.

In Francia c’è molta confusione sulle scuole di circo. Ce ne sono almeno 350, di cui 150 recensite dalla Federazione e solo 5 o 6 riconosciute e di queste solo Chalon, Rosny e Fratellini sono delle vere scuole superiori. Siamo in contrasto con molte di queste scuole e con la banalizzazione della carriera artistica che perpetuano. Non è un percorso di stage o di tre/quattro ore a settimana che ti fa diventare un artista. Ci sono troppe persone che vanno a scuole amatoriali pensando di poter diventare dei professionisti e troppi preparatori che spacciano corsi amatoriali per corsi di formazione professionale. Questo genera anche molti infortuni e una degradazione delle condizioni mediche, quasi come succede nei paesi dell’est, dove in agonistica spremono in palestra migliaia di persone per tirare fuori magari un campione; ma questa logica non appartiene al mondo artistico. E’ possibile fare trapezio a 50 anni e giocoleria fino a quando vuoi, ma il vero equivoco, comune a tutto l’Occidente, e che non tutti possono diventare artisti! Ci sono cose che fanno la differenza: il rigore, la disciplina, e un artista è forse semplicemente il risultato di un processo di selezione legato all’eccellenza. A Chalon non arrivano 50 artisti, ma solo una quindicina, di cui molti stranieri, perché il circo, come in genere la vita da artista, è riservato a poche persone.

 

 

 

 

 

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