Giocanda

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Testo a cura di Marina Candia, fondatrice di Giocanda

Molti, ma molti anni fa, mi sono ritrovata a fare la maestra del pomeriggio ad una classe elementare sperduta tra le campagne milanesi, avevo 19 anni e non sapevo da che parte incominciare…e quindi cercavo, ascoltando i bambini, di seguire i loro desideri con un occhio al programma. Un bel giorno, nel prato attiguo alla scuola arrivò un circo, con un piccolo tendone, qualche cavallo, donne e uomini di gran tempra e senza tanti complimenti.
Che emozioni ! Timore, curiosità grande agitazione, il circo e i girovaghi erano, per i figli di contadini e operai miei allievi, il massimo della trasgressione :sbirciavano dalla finestra della classe e giracchiavano intorno a fine scuola per intrufolarsi, mentre gli uomini pulivano lo spazio dei cavalli bianchi.
Non erano quelli i tempi di gite culturali o di scambi, ma il circo fu argomento di discussione e imitazione fino alla sua partenza.
Animali, acrobazie, la libertà della vita nomade,giocare a clown e potersi permettere di essere stupidi e furbi nello stesso tempo furono i miti di quei giorni. Mi resta ancor oggi un sorriso e un’allegria che viene dal profondo.  
E poi sempre per caso, molti anni dopo, l’incontro con Cecilia Maraviglia con la quale aprimmo (io e altri soci dell’associazione il balzo) i primi corsi di arti circensi, correva l’anno 1994.
Il filo si riannoda: bambinetti rotondi, lunghi,allegri, pensosi, assaporano la libertà di allenare il corpo e fare verticali, inventare situazioni e personaggi curiosi , mi ricordo i salti dalla piramide di materassi in cui si poteva dire la prima cosa che ti veniva in mente, la filastrocca “ nel paese di …..tutti ma proprio tutti camminavano cosi…” , i trampoli che tanto affascinavano i piccoli che una volta tanto si potevano sentire grandi, anzi grandissimi grazie alla loro capacità di concentrazione.
Tanti, ma tanti bambini sono passati da quei corsi, qualcuno lo incontro ancora, ormai studente universitario, lavoratore e sempre con quello sguardo complice e grato di aver passato bei momenti insieme.
Ecco l’arte circense è questo: una via (delle tante) per la libertà interiore, quella che ti fa sentire al tuo posto sempre o quasi sempre, quando sai fare o quando incontri i tuoi limiti,  perché ti impegni per padroneggiare l’obiettivo, grado per grado, in una dimensione serena.  
Quella gioia che provi quando il piatto cinese gira per la prima volta e senti il  polso rilassato o il ritmo delle  braccia finalmente fluido quando usi le palline, è una sensazione impagabile… e tutti ma proprio tutti possono viverla.
Giocanda, la mia piccola impresa artigiana nata nel 2008, va in questa  direzione:  avvicinarsi alla piccola infanzia e proporre attrezzi e proposte di gioco che rendano facile accostarsi alle arti circensi: aprire le spalle, alzare lo sguardo,usare con prontezza l’articolazione della mano, correre, prendere, prolungare il movimento del corpo.
I nastri, le stoffe consistenti e morbide  sono i due elementi base perché la leggerezza e il colore cangiante sono simboli materiali della  “ricchezza interiore” dei bambini ( i bambini hanno una qualità energetica leggera che va rispettata) e la consistenza morbida induce a non temere l’oggetto ma ad impadronirsene e a sentirlo come proprio.
I bambini poi, sono tutti diversi, c’è chi ha avuto la fortuna genetica o esperienziale di essere dentro il movimento fluido e chi deve fare i conti con qualche difficoltà, fino alla disabilità certificata. Ognuno può accedere all’arte circense trovando i suoi tricks per ricavarne soddisfazione, e progredire. C’è sempre  una soluzione adatta.
La cosa importante per un operatore circense è l’osservazione ( che non giudica, ma registra i segnali) : cogliere nei bambini gli elementi armonici e disarmonici, la postura, il peso, la velocità, la fluidità del gesto, la componente emotiva, i limiti organici se ci sono per sperimentare anche con proposte paradossali e fantasiose un percorso che modifichi le carte in tavola e apra al divertimento.

La ricerca di Giocanda in questo senso  è un tentativo, ovviamente parziale e limitato  di  pensare e sperimentare attrezzi che possano integrare i materiali circensi professionali con questa idea che il corpo del bambino riconosca il simile, possa fare esperienza di  un gioco che nutra la sua natura e lo renda fiducioso del suo rapporto con il mondo. Materiali leggeri, trasparenze, sfumature di colori, morbidezza sono il punto di partenza … cappelli, cerchietti imprevedibili, accostamenti bizzarri che facciano sorridere, possono fare da contorno…….  tutto il resto è vita!