Jokol'Arte

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Jokol'Arte

  intervista pubblicata sul n.6 di Juggling Magazine - gennaio 2000

CI RACCONTI L’ANTEFATTO?

Ho scoperto la giocoleria a Londra. Siamo nel 91 e a quel tempo mi mantenevo facendo treccine ai capelli, a Covent Garden. Eravamo un bel gruppo e ci divertivamo. Avevamo tanta libertà e in più facevi treccine alle ragazze (no, Silvia non c’era), il che allietava molto la giornata. Dopo Londra sono partito per il continente americano, Caracas e poi Los Angeles. In viaggio ho imparato a lavorare con la resina, pietre dure ed altri materiali. Tornato a Londra ho cominciato a lavorare per strada facendo mercatini a Camden, Neal Street e in altri posti. Vendevo oggetti che avevo portato dal Guatemala, ma anche cose molto particolari che realizzavo da me. Ma torniamo a Covent Garden, dove naturalmente assorbivo tutta l'allegria e l'entusiasmo degli artisti di strada e dei giocolieri che lì si esibivano quotidianamente. La mia ragazza (che non era Silvia) lavorava ad un banchetto in piazza, ed era una brava giocoliera, così imparai da lei la cascade con tre palline, che per molto tempo rimase l'unico tricks del mio reperetorio. Ricordo ancora le mie prime tre palline realizzate con la carta pressandola fino alla morte e chiuse con del nastro adesivo. Tre palline più serie le acquistai poi in Guatemala, quelle lavorate all'uncinetto, che ho usato per anni e a cui sono ancora affezionato. Ora ho sei palline tedesche comprate di seconda mano da un amico a Berlino qualche anno fa. Negli anni ho continuato saltuariamente ad allenarmi, ma è solo negli ultimi tempi, vuoi per il fermento che sta crescendo in Italia, vuoi per gli stessi amici che si sono fatti copinvolgere, ci sono molte più opportunità e stimoli per praticare. Prima sembravi fuori luogo, quasi incompreso, andavo alle Cascine, portavo i miei attrezzi, mi allenavo un pò, ma non c'era nessun'altro (nemmeno Silvia)

Pur non essendo un virtuoso la giocoleria continua a piacermi e a coinvolgermi. Vedo la giocoleria come una attività ludica, e anche se rispetto quelli che si allenano duramente per migliorare la loro tecnica, ammiro molto di più che riesce con la giocoleria a farmi ridere. Ma la cosa che preferisco è andare sui trampoli. Ho fin da piccolo la fissa di montare sugli oggetti e salire in alto. Sui tavoli, sui friogoriferi, è una sensazione bellissima che consiglio a tutti. Molti non sono mai saliti nemmeno sul tavolo della propria stanza. Osservare le cose da una angolazione diversa offre degli spunti inimmagginabili. Personalmente questa cosa mi manda fuori da matti.

In generale mi piace molto essere a contatto con i bambini, o comunque con spiriti giovani (come Silvia), con tutti coloro che sono aperti al mondo, alla sorpresa, che apprendono con facilità ed allegria.

 

COME MAI QUESTA SCELTA DI APRIRE UN NEGOZIO?

La decisione di passare dai mercatini al negozio è maturata anche perchè non ne potevo più di fare mercatini all'aperto e al freddo. Mercati natalizi, Obey Obey, sono cose che alla lunga ti spaccano. Così da tempo giravo per il centro alla ricerca di un qualche posticino dove poter aprire un negozio. Appena l'occasione si è presentata non me la sono fatta scappare. E' per me un periodo di cambiamento e l'apertura del negozio va visto anche in questa prospettiva. Continuo comunque con piacere a fare mercatini artistici e artigianali dove mi trovo bene e a partecipare alle rassegne di artisti di strada. So che non potrò fare tutto, ma mi piace girare e sicuramente l'idea di rimanere tutti i giorni al negozio non mi alletta. Ho aperto solo da qualche giorno e già la routine comincia a pesarmi...

Il negozio è un pò una menata per certe cose, però grazie al negozio sto conoscendo un sacco di persone che altrimenti non avrei mai incontrato, artisti che già lavorano con cui stiamo stringendo rapporti di lavoro ma anche di amicizia. Mi piace l'idea che il negozio diventi un punto di ritrovo, di riferimento per tutti i giocolieri dell'area. In negozio ho quasi tutto ciò che in materia di juggling è reperibile in Italia. Entrano persone di tutti i tipi, ma in genere quelle scherzose se ne vanno sempre con un sorriso. Le persone serie fanno magari anche qualche compera, ma rimangono impassibili. Ora è arrivata una signora in negozio, penso abbia più di 50 anni, che è super entusiasta della giocoleria (come Silvia) e l'abbiamo subito invitata in palestra. Gli ha preso così tanto la giocoleria e adesso sta imparando a fare le quattro palline!

Abbiamo messo su un bel gruppetto. Tra i tanti c’è una ragazzina di dieci anni che è terribile e aggiunge un elemento buffo alle nostre performance; poi un brasiliano che, oltre ad essere giocoliere, ha già lavorato nel circo ed è un mostro di acrobatica. Poi c'è Rolandino, one-man band fantastico, che suona di tutto e realizza anche strumenti musicali di ottima fattura, e naturalmente la Silvia, che è un vero tornado di energia, e alla quale piace lavorare con i bambini. Il nostro ultimo lavoro è stata una versione in chiave giullaresca e giocolosa del Peter Pan rappresentata in strada.

UN GIOCOLIERE ARTIGIANO?
Ho sempre costruito le mie cosine fin da piccolo, e non a caso siamo tornati nella palestra della mia vecchia scuola, che è una scuola statale sperimentale, fondata nel 1945 da un certo Pestalozzi, che viveva in Svizzera e che ha donato tutti i suoi beni ai bambini. Una delle sue donazioni è stata appunto questo istituto a Firenze. E' composto di una sola sezione, asilo elementari e medie, con classi miste di non più di venti ragazzi, dove si fanno moltissimi laborator: di teatro, di musica, giardinaggio, falegnameria, gastronomia, e poi  biblioteche, laboratori di lingue straniere, perfino insegnanti madrelingua già in seconda elementare, e dove ci si da tutti del tu. Devo a quel tipo di insegnamento la capacità e l'estro che ho acquisito nel costruire oggetti con le mani.

Non a caso in quell’istituto, noi giocolieri di Firenze (e anche Silvia), abbiamo finalmente trovato uno spazio dove allenarci. Non avendo molti soldi nè conoscenze influenti ci eravamo appunto rivolti alla mia ex-scuola, che si è dimostrata come sempre molto aperta a questo tipo di esperienze. Con loro abbiamo barattato la disponibilità della palestra in orari extra-scolastici, con l'impegno di tenere dei corsi gratuiti di giocoleria ai ragazzi della scuola. Cominceremo i corsi a gennaio e loro si preoccupano di assicurare i ragazzi contro ipotetici ma pur sempre possibili infortuni, dal momento che con loro faremo anche acrobatica.

Vorrei fargli fare anche un laboratorio per la costruzione degli attrezzi. Palle fatte con palloncini di gomma e miglio, clavette realizzate con manici di scopa e bottiglie di plastica, devil sticks con camere d'aria etc. Venendo dall'artigianato gli attrezzi per la giocoleria mi affascinano non solo per le loro evoluzioni aeree ma anche per la loro manifattura. Infatti adesso mi sento un pò a disagio perchè non mi piace avere in negozio così tante cose che non ho realizzato da me.

Ho lavorato un pò in questa direzione e spero di poter venire alla prossima convention con le mie clave. La cosa interessante è che le realizzo con materiale riciclato. Non è possibile farne una produzione su larga scala, anche perchè essendo fatte interamente a mano riesce difficile farne dei set di peso esattamente uguale. Ma certamente c'è spazio per produzioni custom, del tipo clave medioevali, classiche, in stoffa o in altri materiali o con decorazioni particolari.

Il legame con tutto il mondo dell'arte e dell'artigianato è ancora molto forte e Jokol'arte, il nome del negozio, vuole sottolinearlo. Continuo a fare i dischi orologio, che realizzo da più di sei anni e che molti mi hanno copiato. Inoltre comincerò presto a prendere artigianato di amici, maschere in cuoio o in cartapesta fatte ad opera d'arte, che possono essere portate durante gli spettacoli senza disagio, strumenti a fiato aborigeni, caleidoscopi, pistole ad elastico, strumenti musicali in miniatura realizzati con materiale riciclato.

 

 

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