Creativ

 

uno dei primissimi negozi in Italia dove era possibile già nel 91 acquistare articoli per il juggling é il ben noto Creativ, a Bolzano. ma quando alla vendita degli articoli si affianca la gioia di diffondere nelle scuole l'arte del juggling, i risultati possono avere del fantastico. il simpaticissimo papà di Creativ ci racconta le origini e gli sviluppi di questa favola altoatesina.

 

Mi chiamo Joseph Marsmoller, ho 56 anni, ma si sento molto più giovane, diciamo circa quarant'anni!! Questo tipo di attività mantiene giovani. Ho sempre desiderato fare queste cose e a casa organizzavamo spesso dei giochi. Ricordo che quando ero studente l'ora di ginnastica non mi piaceva. Ancora oggi quell'ora non piace nemmeno a mia figlia. E nemmeno trovavo nei negozi giochi interessanti, così aprii un negozio di giocattoli, non di tipo tradizionale, con giochi particolari che stimolassero molto i bambini. Poi nel 1989 sono stato a Norimberga alla Fiera del Giocattolo, ed alcuni amici mi chiesero se in Italia esistessero negozi di juggling. Noi rispondemmo no, né potevamo impegnarci nel settore, perché il nostro negozio vendeva solo giocattoli in materiale naturale, tipo legno, carta, e tutti gli attrezzi per il juggling erano fatti in materiale sintetico. Nel 1990 me lo chiesero ancora; gli risposi nuovamente no. Così uno di loro si mise a giocare con tre clave davanti ai miei occhi. Era la prima volta che vedevo qualcuno giocare con tre clave da un metro di distanza. Fu una rivelazione, e rimasi affascinato dalla bellezza del movimento. Decisi che dovevamo provare. Rimanevano attrezzi di plastica, ma il loro valore educativo era così grande e il loro utilizzo così protratto nel tempo che giustificava in qualche modo il ricorso a materiali poco ecologici. Feci allora subito dei corsi, trovando degli amici interessati al juggling e nel 1991 eravamo alla convention europea organizzata a Verona, che ha naturalmente dato la spinta finale. Abbiamo visto duemila giocolieri a Verona e questo è stato uno stimolo formidabile. Ho fatto corsi in Svizzera, in Germania, abbiamo fondato il Circo degli Altoatesini, ci siamo insomma subito impegnati in tanta attività. A scuola posso dire di non avere imparato niente, tutto ciò che mi è servito l'ho appreso dopo. Tutta la vita ho giocato con i bambini, una grande passione. Allora ho intravisto la possibilità di farlo diventare anche un lavoro. Spero che molti giocolieri abbiano la voglia di fare questo lavoro in Italia, perché ora l'interesse e la disponibilità stanno maturando. Anche se non basta essere un bravo giocoliere per trasmettere ai bambini il giusto messaggio. Parlammo con degli insegnanti agli inizi, per vedere se ci fosse dell'interesse in queste iniziative, e già un anno dopo due insegnanti risposero molto bene. Una di loro ha lasciato poi la scuola per fare un corso di due anni in Germania, ed ora insegna esclusivamente arti circensi. Cominciammo così a lavorare nelle scuole, circa sei anni fa, quando una scuola manifestò il suo interesse. Prima solo il pomeriggio, come attività parascolastica; un'ora e mezza, due ore, ma ci rendemmo conto che non conveniva perché ci si impegnava un intero pomeriggio, si andava magari a cento chilometri di distanza per sole due ore di lavoro che venivano comunque considerate parascolastiche, mentre io volevo che queste ore facessero parte dell'insegnamento ordinario nelle ore di ginnastica o anche nelle altre ore. I bambini imparano a lavorare con le due mani e anche a mettere in moto i due emisferi del cervello, il che non può essere che un beneficio per la scuola. Così riuscimmo a trovare una scuola che ci mettesse a disposizione un'intera settimana. Per i ragazzi significava perdere molte ore di lezione, ma il direttore e gli insegnanti erano abbastanza aperti ed entusiasti della sperimentazione. Così il corso ebbe luogo, con uno spettacolo al termine. Un vero spettacolo su palcoscenico con luci e musica, e la cosa piacque moltissimo agli insegnanti ed ai genitori.

Successivamente altre scuole si sono fatte avanti ed hanno chiesto lo stesso pacchetto. Lavoravamo su diversi progetti. In una scuola lavoravamo solo con un gruppo, e cioè due quarte, che per una settimana non hanno fatto nemmeno un minuto di lezione. Lavoravamo quattro ore e mezza al giorno, cioè ventisette ore in una settimana ed è stato un caso eccezionale perché ci vuole molta apertura e fiducia da parte degli insegnanti e dei genitori. Adesso lavoriamo invece con tre o quattro gruppi di ragazzi in ogni scuola, alternando i gruppi durante la settimana, e dedicando due ore al giorno a ciascun gruppo. Ogni gruppo lavora con noi otto o nove ore in tutto, così possono anche dedicare del tempo alle lezioni. Otto ore sono sufficienti per preparare un piccolo spettacolo semi professionale, con la musica che si adatta ad ogni performance. C'è la musica lenta per la palla da circo, e pezzi musicali più veloci per altri attrezzi, poi musica classica, musica da circo, un po' di tutto.

 

CHE COSA RIUSCITE AD INSEGNARE AI RAGAZZI DURANTE IL CORSO?

Chiaramente non si può insegnare troppa tecnica, ma i bambini possono portare a casa gli attrezzi, ed allenarsi a casa o a scuola. In una settimana riusciamo ad insegnare ad andare perfettamente sul monociclo. In sei giorni sono in grado di salire sul palcoscenico, fare il giro, imparano i tre foulard, che non è difficile, imparano a far girare il piatto cinese, due palline, due cerchi, anche il diabolo abbastanza bene. Dipende poi anche dalla voglia e dall'entusiasmo che hanno i bambini di imparare. Chiaramente per le classi più piccole non si va più in là di due foulard, una pallina, un cerchio, basta. Facciamo parecchi esercizi con la scala. Una scala normale dove i bambini salgono fino al penultimo gradino, cosa che tanti bambini non hanno ancora fatto nella loro vita. Si ritrovano così in alto, al di sopra degli adulti e avvertono meglio le capacita del proprio corpo. é un esercizio che anche i bambini più agili non fanno perché a casa non c'è una scala e tutto è comunque proibito. Interessante è anche il programma del salto della corda, con tante acrobazie, ed è molto bello. Poi abbiamo il rullo di legno, il pedalò, un attrezzo molto interessante per l'equilibrio, abbiamo il rolla bolla, abbiamo i trampoli normali, quelli di una volta legati alla gamba, ovviamente bassi e non alti, e ovviamente tutti gli attrezzi del juggling. Insegnare le clave in una settimana è molto difficile, quasi impossibile. Ma i bambini si divertono anche con una sola clava da far girare così in aria. é importante non solo insegnare la tecnica, ma anche trasmettere la gioia del gioco. Un bambino di prima trova divertente anche solo giocare con una palla e passarla da una mano all'altro, il che è allo stesso tempo formativo. In quinta possono già imparare le tre palline in una settimana, anche se è un bell'impegno. Ma tanti bambini hanno voglia di continuare dopo questa settimana e vengono a trovarti e ti fanno vedere le altre cose che hanno imparato. In questo progetto abbiamo inserito anche un'altra cosa: una settimana senza televisione, così i bambini trovano il tempo di allenarsi. Una settimana senza televisione è molto interessante, una nuova esperienza per tanti ragazzi, più difficile che imparare a fare il giocoliere! Ma il 90% dei bambini era d'accordo, soprattutto sapendo che l'esperimento sarebbe durato una sola settimana e che a fine settimana ci sarebbe stato uno show davanti al pubblico dove loro sarebbero stati i protagonisti. Se avessero guardato la televisione non avrebbero trovato il tempo di allenarsi a casa. I ragazzi cominciano anche ad entrare nell'ordine di idee di un progetto da terminare in un certo numero di ore e capiscono che devono usare quel tempo in modo proficuo. Con questi esercizi molti avvertono subito il cambiamento che comporta il lavorare con il proprio corpo, e non semplicemente guardare gli altri farlo. E i bambini capiscono bene questa differenza. é importante non fare cose pericolose, ma anche fare cose che i bambini non sono abituati a fare. Per loro quasi tutto è proibito. Non possono salire su una sedia, su un tavolo, su una scala, e bisogna quindi dargli sicurezza rispetto a queste cose nuove. Così all'inizio facciamo sempre un quarto d'ora di esercizi di concentrazione, di coordinazione, di reazione per i riflessi, e, molto importante, di equilibrio. Molte cose su un piede solo, con gli occhi chiusi; è importante per preparare i bambini, perché non puoi subito metterli su un monociclo, sulla fune, sulla palla da circo, sul rolla bolla etc. Alla fine della settimana tutti i ragazzi hanno imparato a concentrarsi. Gli insegnanti ci dicono che hanno notato un cambiamento: i bambini sono pi concentrati. Ed i genitori ci dicono la stessa cosa: i ragazzi hanno imparato da voi a concentrarsi. Una bambina che aveva serie difficoltà in questo senso, dopo alcuni corsi con noi è riuscita a risolvere il suo problema. Questi progetti migliorano molto il comportamento sociale della classe. Smettono di rifiutare ostinatamente le cose nuove per esempio. Poi, già dopo due o tre giorni, sono tutti amici.

 

COME FATE A MOTIVARE I RAGAZZI AD UN LAVORO COSI' IMPEGNATIVO?

Come fare a convincere tutti, al primo appuntamento, che ciò che faremo è speciale? La prima cosa che facciamo quando incontriamo un nuovo gruppo è un bel cerchio. I bambini sono abituati a stare nei banchi, come i soldatini. Così devono subito realizzare che adesso sono in un posto nuovo, il circo, dove le cose funzionano diversamente, dove non c'è fine non c'è inizio. Ci prendiamo tutti per mano ed entriamo in questa nuova dimensione. Anche senza un tendone vero e proprio loro riescono ad immaginarselo e capiscono anche che bisogna lavorare insieme. é importante non essere troppo severi, trovare una via di mezzo, che abbia alcuni elementi di disciplina. Poi cominciamo a chiedere cosa gli piace del circo e gli chiediamo se questo fascino derivi dalla voglia di poter fare quelle cose. Contrapporre la cultura del fare a quella del guardare. In questo modo si entusiasmano tutti, così gli insegniamo le tre parole chiave del circo: concentrazione, equilibrio e collaborazione. Sono delle guide che poi li accompagneranno per tutta la settimana. E poi non dire non sono capace ma non sono ancora capace, anche questo è fondamentale. Così ogni giorno facciamo esercizi di concentrazione e di equilibrio, e inseriamo subito anche elementi di recitazione. Per esempio dobbiamo immaginare di camminare a piedi scalzi su carboni molto caldi e recitare la scena. E poi c'è l'acqua che porta sollievo. E poi camminare nel fango. Insomma immaginare, mimare e recitare il movimento.

Se alla tecnica del juggling si affiancano anche elementi di recitazione e di gioco, le possibilità di crescita per i ragazzi si moltiplicano. Parliamo appunto di circo-teatro, qualcosa che poi rimarrà per tutta la vita, in termini anche di confidenza con il pubblico, con gli altri, con il prossimo. Parliamo di clowneria, ma soprattutto facciamo teatro con gli attrezzi. Così quando portiamo il rolla bolla sul palco lo facciamo in modo teatrale, con uno che porta la tavola in spalla come se pesasse cinquanta chili. Poi quando la mette giù gli casca su un piede e si fa male le mani, e tutto questo è già introdurre elementi di recitazione prendendo spunto dagli attrezzi.

 

Qual è la reazione degli insegnanti

Gli insegnanti seguono direttamente i ragazzi e sono presenti durante il corso, e quelli più interessati si tengono aggiornati su questo tipo di attività pedagogiche. Facendo diversi corsi in Germania di cultura alternativa dello sport ho visto che hanno inserito non solo il juggling ma anche altre discipline dell'arte circense. Abbiamo una valigia piena di libri in tedesco sulla psicomotricità, sull'arte circense e sull'approccio pedagogico. In questa settimana mettiamo a disposizione questo materiale e gli insegnanti possono fare delle fotocopie e andare avanti se la cosa gli interessa. Quando questo succede noi abbiamo la garanzia che in quella scuola il lavoro proseguirà. Così attraverso il juggling e le arti circensi i ragazzi imparano ad usare meglio il cervello, ma anche a rilassarsi nei momenti di stress. Imparano inoltre a concentrarsi, e lo imparano giocando, che è il modo più efficace per apprendere. Certo l'ideale sarebbe che queste esperienze si ripetessero poi ogni anno. Ma non tutti gli insegnanti hanno voglia di andare avanti, così magari ripetono l'esperimento l'anno successivo con la nuova classe, ma non vanno avanti con quella che ha già lavorato l'anno precedente. Questo è un peccato. Certo ci sono alcuni insegnanti entusiasti che invece cominciano con la prima e poi vanno avanti di anno in anno fino alla quinta se gli è possibile. Alcuni continuano in autonomia e magari ci rivediamo dopo due o tre anni per lavorare ancora insieme. Gli insegnanti avrebbero la possibilitˆ di fare corsi di aggiornamento. Il problema è che molti insegnanti non hanno idee, si attengono al programma e non vogliono fare sperimentazione. Così gli insegnanti di ginnastica gli fanno sempre giocare a basket o cose del genere. E poi la nostra idea è che tutti gli insegnanti potrebbero imparare e dare spazio al juggling. Perché non dieci minuti di juggling prima di una lezione di matematica? Quest'anno per la prima volta faccio anche un corso di aggiornamento per insegnanti delle scuole superiori. é un segno dell'interesse sempre più crescente nei confronti del juggling. In questi giorni sono stato ad un corso in Germania dove c'erano milleduecento partecipanti, tra i quali novecento insegnanti, che per tre giorni si sono dedicati a questa cultura alternativa dello sport. C'erano quaranta diversi corsi, tra cui anche il juggling e le arti circensi. Ora abbiamo alcuni insegnanti che ci aiutano nel lavoro nelle scuole, perché non possiamo soddisfare tutte le richieste che ci giungono. Così come ci sono diverse scuole che hanno adesso la propria attrezzatura, parecchi monocicli, palle da circo, ed insegnanti che vanno avanti in piena autonomia. Da qualche anno facciamo anche spettacoli spontanei con i bambini dell'asilo. Introduciamo elementi semplicissimi di juggling usando i foulard e le palline. Per loro qualsiasi attività, anche cose minime, se legata al movimento è affascinante. Anche solo mettersi una pallina in testa e cercare di camminare è per loro meraviglioso. Perché già all'asilo i bambini vengono abituati a guardare qualcuno che fa spettacolo. Invece quell'età è già giusta per cominciare a fare, e non solo guardare, attività teatrale. Facciamo chiaramente anche corsi di aggiornamento per insegnanti dell'asilo. Così ora abbiamo bambini di sei anni che già fanno girare perfettamente il piatto cinese. Puoi poi cominciare a mettergli la bacchetta su un piede o sulla testa, e tutto questo per loro è eccezionale. Quando cominciano già all'asilo saranno più preparati per le scuole dell'obbligo. Acquistano capacità di coordinazione, doti di equilibrio, per le quali non c'è bisogno di attrezzi speciali, basta la panca della ginnastica per fare esercizi utili. Capriole, oppure saltare su un piede, stare su un piede ad occhi chiusi. Per me l'equilibrio è fondamentale. Buone doti di equilibrio infondono anche tanta sicurezza in tutte le situazioni, del tipo andare in bicicletta, fare delle escursioni in montagna, salire sugli alberi, è importante sentirsi sicuri durante queste attività. Ho notato che negli ultimi anni i bambini sono più deboli, si fanno male più facilmente, perché non hanno sicurezza nei piedi, nella postura, e questo è un aspetto formativo che fa parte dell'educazione scolastica. Gli insegnanti hanno paura a far fare queste cose, così il più delle volte evitano di affrontare questi aspetti formativi. Molti insegnanti non sono capaci di infondere sicurezza ai bambini quando devono cimentarsi in qualcosa di nuovo. Trasmettono invece ansia e preoccupazione, che compromette i risultati. Se riesco a fare andare un bambino su un monociclo in una settimana è perché gli infondo sicurezza. Abbiamo un grosso compito formativo e la scuola è molto aperta oggi verso queste tematiche. Si deve e si può convincere gli insegnanti e i presidi che questo lavoro dà degli ottimi frutti. Naturalmente bisogna anche supportare il tutto con una serie di argomentazioni scientifiche e pedagogiche che inquadrino queste attività nel contesto formativo globale dello studente. Ho cominciato due, tre anni fa a lavorare nelle scuole medie italiane, quest'anno ho già fatto cinque progetti da una settimana ciascuno in cinque scuole medie italiane ed altri sette sono già prenotati per il prossimo anno scolastico. Si sta allargando a macchia d'olio. Hanno visto qualcosa e si sono interessati subito, più delle scuole di lingua tedesca con cui siamo soliti lavorare. In Italia se vedono un bambino che riesce ad imparare il monociclo, per loro è quasi un prodigio!

 

E quando finisce il corso?

Bisognerebbe fare in modo che questi bambini abbiano la possibilità di continuare questo genere di attività. A Merano abbiamo fatto partire un progetto per ottanta bambini che, una volta a settimana, fanno un corso in palestra che andrà avanti per otto mesi. Fanno due spettacoli, uno a Carnevale ed uno a fine maggio alla fine del corso. Il 90% di questi bambini continua poi a fare il giocoliere. Una ragazza, che ha cominciato con noi e che adesso ha ventidue anni, lavora adesso a Berlino e fa circo-teatro, dopo essere stata in Svizzera per specializzarsi. Naturalmente non tutti i bambini rimangono, perché il juggling è una cosa difficile. Lavoriamo anche con le associazioni culturali ed abbiamo in corso progetti per duecento bambini in otto città diverse, dove organizziamo una settimana di corso per i bambini insieme a queste associazioni. Lavoriamo una settimana intera con gli attrezzi in una palestra e a fine della settimana, anche qui, c'è uno spettacolo. Abbiamo alcuni video di questi spettacoli finali. Sarebbe interessante, e ci stiamo lavorando, realizzare un video dove si mostri, non solo lo spettacolo finale di questi corsi, ma anche tutto il percorso di apprendimento che va avanti durante la preparazione. Ma sempre di più esce fuori anche la voglia degli adulti di imparare.

 

 

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