La Strada e le Istituzioni

 

Lo spettacolo di strada nell’ultimo decennio ha avuto sul territorio nazionale una diffusione impressionante. Lo testimoniano centinaia di manifestazioni, dall’indiscusso valore artistico, che richiamano un pubblico vastissimo e che propongono un nuovo modo di vivere e gestire gli spazi urbani. Su questo circuito sono nate almeno un migliaio di compagnie che grazie alle proprie forze, senza aiuti istituzionali, questo teatro producono, realizzano e promuovono.

Eppure questo settore viene ancora oggi relegato dalle normative vigenti semplicemente ad un problema di “ordine pubblico”. Né esiste la volontà istituzionale di promuovere, incentivare e coordinare la formazione di questi artisti, che devono organizzarsi da soli tutta quella serie di stage, laboratori, corsi sperimentali sul mimo, sul clown, sul teatro corporeo, sulla giocoleria, sul teatro di figura che qualificano la loro professione. Inoltre, proprio quando questa attività si fa professione, essa viene assoggettata alle severi leggi sull’imprenditoria teatrale, che ne inibiscono lo sviluppo.

Per sbloccare questa situazione la FNAS ha cominciato due anni fa un cammino istituzionale in seno all’AGIS (Agenzia Generale Italiana dello Spettacolo), aderendo subito attivamente al “Progetto Arcipelago”, ideato e promosso dal suo vicepresidente Antonio Buccioni, volto appunto alla valorizzazione dello spettacolo popolare in Italia.

Le iniziative politiche intraprese dalla FNAS sono essenzialmente due. La prima riguarda l’abrogazione del tanto discusso Articolo 121 del Codice Rocco, e la sostituzione di questa norma con una nuova legge che riconosca il fenomeno dell’arte di strada come materia attinente alle attività culturali, e che ne liberalizzi  l’attività nelle piazze italiane. L’obiettivo è stato parzialmente raggiunto di recente, con l’abrogazione del 121, conseguita grazie ad un DPR. Inoltre in senato sono al momento in discussione due disegni di legge, che riguardano il libero esercizio e la valorizzazione delle arti di strada. Sia il testo di Livio Togni, (Senatore del Gruppo Misto), sia quello di Ripamonti (Gruppo dei Verdi), insistono sul riconoscimento giuridico della dignità culturale degli artisti di strada, e demandano ai Comuni l’attuazione di regolamenti in merito al libero esercizio. L’attività degli artisti di strada sarà di fatto svincolata dal regime permanente di occupazione del suolo pubblico. Questi stessi regolamenti, potranno poi indicare i luoghi dove NON è possibile esercitare liberamente l’arte di strada, ma  dovranno ispirarsi ad un criterio liberale, più che restrittivo. D’altra parte, in assenza di specifiche delibere delle amministrazioni locali, il territorio comunale si considererà “libero” nella sua totalità.

La seconda linea di lavoro, anche alla luce delle recenti intese ENPALS e SIAE, punta verso un nuovo inquadramento fiscale–amministrativo dell’esercizio dell’arte di strada in seno alla categoria dello spettacolo viaggiante, al pari delle già codificate forme dei “Teatri dei burrattini” e dei “Teatri viaggianti”.

 

Su questi temi la FNAS, ha organizzato a Roma presso l’AGIS, e con la sua collaborazione, un convegno dal titolo “Verso un progetto comune, verso un percorso istituzionale – Il Teatro di Strada come settore dello spettacolo popolare”. Il convegno, presieduto da Antonio Buccioni e Alessio Michelotto è sicuramente il primo del genere tenuto in Italia, a conferma del buon lavoro svolto dalla FNAS, il cui ruolo di interlocutore con le istituzioni viene sempre più riconosciuto e sollecitato. Sono stati invitati per l’occasione i rappresentanti di tutte le realtà che operano nel settore (e la lista completa riempirebbe da sola queste due pagine…), che hanno illustrato le esperienze, i progetti, le necessità, i ritardi, la ricchezza di un settore il cui riconoscimento e aiuto istituzionale non può essere ancora procastinato. (Per ascoltare le registrazioni dei vari interventi del convegno  in formato mp3 consultate il sito http:\\web.tiscali.it\convegnofnas)

Eppure presso le istituzioni queste proposte non godono purtroppo di corsie preferenziali e spesso vengono accantonate per lasciare spazio a dibattiti parlamentari di altro genere. Marciano veloci e diventano operativi invece tutti i provvedimenti e i regolamenti, di ordine fiscale e previdenziale, di ogni genere e grado. Compresi gli accordi tra i vertici dell’ ENPALS e della SIAE che recentemente hanno costretto tutti gli artisti di strada ad entrare in agibilità e tutti gli organizzatori a regolarizzare gli artisti ai fini previdenziali (anche per una sola mezzora di spettacolo), rendendo di fatto impossibile ad esordienti e dilettanti di esprimersi e a gestori di birrerie, club, circoli, di fornirgliene lo spazio e la possibilità. Da questo gap nascono così proteste di movimento e forme di disobbedienza civile, come quella promossa da musicisti ed attori occasionali, che, pur riconoscendo il diritto alla pensione e l’obbligo contributivo per tutti i datori di lavoro verso i propri lavoratori, si riuniranno il 28 giugno in piazza a Udine per una manifestazione artistica che, in segno di protesta e per avviare trattative con le istituzioni, ignori gli obblighi ENPALS e SIAE (info: furclapcolori@conecta.it)

Durante il convegno di Roma, che è stato anche il primo reale momento di confronto tra gli artisti italiani e gli Organizzatori, sono nate anche ipotesi di collaborazione tra la FNAS e le varie realtà di Promozione dell’arte di Strada. Tra le iniziative più concrete, l’idea di documentare l’attività di tutte le esperienze intervenute, attraverso un progetto editoriale, una vera e propria guida alle manifestazioni del Teatro di Strada d’Italia, dei festival e delle rassegne dedicate a questo genere. Un annuario che potrà trasformarsi in uno strumento insostituibile per la promozione del settore.

 

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