David Larible

 

Primo clown della storia del famoso circo Ringling Bros. and Barnum & Bailey, Clown d’Argento nel 1988 e Clown d’Oro nel 1999 al Festival Montecarlo, David Larible è considerato uno dei miglioro clown di tutti i tempi. Riportiamo qui la breve intervista che ci ha rilasciato a Brescia, quale interludio ad un suo libro che abbiamo intenzione di pubblicare presto…

 

FIGLIO D’ARTE?

Sono italiano e vengo da una famiglia che per sette generazioni ha lavorato nel circo. Mio padre era un trapezista e un giocoliere e per questo ho debuttato nel 1971 nel circo come acrobata e giocoliere. Desideravo diventare un clown fin da piccolo ma mio padre mi diceva che l’arte del clown era la fine e non l’inizio della carriera di un circense, perché come clown devi dominare tutte le altre arti circensi. Buon acrobata, buon giocoliere, buon musicista, certo, ma fondamentale è anche la capacità di divertire. Nello spettacolo ho una routine di giocoleria anche abbastanza tecnica, ma tutto è al servizio della risata. Un giocoliere deve stupire, io devo anche divertire. Il fine del clown è la risata, tutto è al servizio del divertimento e non devi mai prendere niente sul serio.

Sono stato influenzato da molti clown che ho visto nel circo e al cinema. Una delle mie grandi influenze è stato Chaplin, che reputo il più grande. Ho impiegato tanto tempo per diventare un grande clown e il processo ancora è in corso. Devi sempre sfidare i tuoi limiti, metterti in discussione in ogni show. Una performance può sempre essere migliorata il giorno dopo, o riuscire peggio!

 

COSA SIGNIFA NUOVO CIRCO PER UN CLOWN

Prima devi sapere da dove vieni, le tradizioni, per capire come combinarle con le nuove tendenze. Poi devi osservarti intorno. Ciò che funzionava 5, 10 anni fa, oggi ha magari bisogno di cambiare. Quando nella mia gag mimo il disco che si incanta molti giovani non capiscono, perché loro ascoltano CD, e il CD non salta come il vinile. Il mio lavoro è così semplice, ma allo stesso tempo così complesso e richiede intelligenza. Devi sembrare naive ma al tempo stesso essere molto attento ed osservare tutto quello che ti succede intorno. L’altro giorno avevo una platea di ragazzini, per i quali un clown non è figo, e appena cominciato lo show erano tutti lì a trattarmi come un buffone. Poi lentamente hanno cominciato ad appassionarsi allo show, e alla fine erano tutti in silenzio a seguirmi. Questa è una delle mie grandi soddisfazioni. Ogni sera il pubblico è diverso; c’è differenza anche tra pubblico di due città distanti solo 15 Km, addirittura tra lo show del pomeriggio e quello della sera! E tu devi comprendere tute queste differenze e usarle al meglio. Un pittore fa un quadro che rimane immutato, ma un clown può cambiare tutto all’istante, se capisce che quella è la direzione giusta da prendere quella sera.

 

COSA TRASMETTI AL PUBBLICO?

Non parlo molto sul palco, ma non faccio pantomime. Se ho bisogno di dire qualcosa o di cantare una canzone posso farlo. Un mimo ha un limite, un clown no. Il clown è uno spirito libero non solo nel circo ma anche nel mondo dello spettacolo. Ma io non ho un messaggio per tutti, ognuno porta a casa quello che vuole. Il direttore della Metro Gold Mayer disse “Se vuoi mandare un messaggio, invia un telegramma , non fare un film”. Noi siamo nello show business, dobbiamo intrattenere il pubblico ed esprimere noi stessi. L’unica cosa che voglio dare è un’emozione, svuoto le mie tasche delle mie emozioni e il pubblico prende quello che vuole. Siamo persone umane con i nostri momenti tristi e quelli felici, come tutti gli altri. Un clown nasce e muore ogni sera. Nasce quando cominci a truccarti in camerino e muore quando esci di scena. Henry Miller ha detto: Il clown è un poeta in azione. L’augustus e il clown bianco sono la metafora della vita. Padre e figlio, maestro e allievo. La cosa buona è che a volte il ruolo può essere invertito. Così l’augustus, con il quale il più delle volte si identifica il pubblico, mostra al clown bianco di essere più intelligente, perché fa tutte le cose proibite nella vita.

 

LA STRADA

Ho lavorato occasionalmente in strada. È stato divertente. Puoi improvvisare e penso sia più facile perché il pubblico non ha aspettative, non ha pagato il biglietto, se vuole si ferma per osservarti, altrimenti fila dritto. Il comedy juggling sta diventando molto popolare nelle strade, ma sfortunatamente vedo poca originalità. Non è facile fare qualcosa di nuovo, ma è meglio. Molti mi copiano, ma è un loro problema, e danneggiano più la loro immagine che la mia. Bisogna essere sinceri con se stessi. Io per esempio amo dipingere; ho provato tante volte, ho studiato, ma non ho talento. Devo accettare questa conclusione. Allora vado alle gallerie, vado ai musei, osservo altri pittori lavorare e mi godo tutto questo. Questo dovrebbero fare i giovani. Capire se hanno il talento per diventare clown, e perseverare se lo hanno, altrimenti cambiare direzione. Un avvocato che è un terribile avvocato potrebbe magari essere un grande tennista. Bisogna saper scegliere la strada migliore.

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