Shizuoka, un festival di Strada in Giappone

 

UN FESTIVAL DI STRADA IN GIAPPONE

Shizuoka, novembre 2002

a cura di Laura Kibel – www.laurakibel.com

 

Appena mi sono resa conto che DAIDOGEI in giapponese significa «Giocoleria», mi sono chiesta perché una burattinaia di piedi fosse stata invitata a partecipare. Ma presto ho capito che la natura di questo festival era piuttosto eterogenea, risultato di una ricerca che si è sviluppata partendo dalla giocoleria per arrivare ad acrobatica, danza, musica, comicità, varietà, teatro itinerante, trampoli, magia, teatro di figura, tante erano le specialità scelte e proposte al pubblico giapponese. Come immaginare un festival di arte di strada organizzato nel paese del sol levante? Intanto pensate ad una città di 500.000 abitanti, distante 180 km da Tokio, Shizuoka e ad uno sponsor principale che produce una bevanda al tè verde (orgoglio e vanto di questa città). Il festival, che vede la partecipazione di 50 gruppi, è l’evento più importante della città, per l’occasione tappezzata di manifesti, e la qualità dell’organizzazione e dell’ospitalità è veramente sorprendente. Un numeroso staff di tecnici, interpreti e presentatori ci ha portato per mano ovunque; inoltre i 25 punti spettacolo, dislocati in un parco enorme e in città, erano tutti forniti di personale di assistenza e di un service audio e luci alimentato da generatori mobili. Su ciascuno dei punti spettacolo si alternavano tre gruppi diversi al giorno, con orari precisissimi e interventi di venti minuti l’uno che ciascuno gruppo ripeteva tre volte. In quattro giorni di festival la città è stata presa d’assalto da 1.800.000 di persone! Un pubblico ordinato che già un’ora prima dell’appuntamento prendeva posto sulle stuoie portate da casa (alcuni si levavano le scarpe come sul tatami), discretamente facevano merenda e consultavano il programma senza gridare, senza calpestarsi e seguendo le indicazioni degli assistenti che limitavano geometricamente il capannello e districavano gli «intasamenti» pedonali. Tra le file in piedi spuntavano i periscopi di cartoni regalati dallo sponsor e nel cerchio più esterno i meglio organizzati si erano portati una scaletta di mezzo metro d’altezza o addirittura un piccolo ponteggio pieghevole.

Naturalmente un’organizzazione così perfetta pretendeva rigore anche dagli artisti, ma noi tutti eravamo ampiamente ripagati dal pubblico, e in tutti i sensi! Alla fine dell’esibizione risate e applausi calorosi, richieste di autografi e strette di mano. Ma quello che ci ha sbalordito è stato il cappello! Un passaggio dopo 20 minuti di spettacolo valeva 22.000 yen, l’equivalente di quasi 200 euro, moltiplicato per tre/quattro interventi al giorno! Questo spiegava la presenza di tanti «off» che pur senza alcun cachet e fuori dalla competizione, spesati di solo viaggio e alloggio, erano giunti da ogni parte del mondo.

Il vincitore dell’anno precedente, Menendez, era invitato di diritto mentre quest’anno si sono aggiudicati il premio in bronzo i Sublimits, una coppia giapponese di ginnasti acrobati danzatori molto eleganti (in costume viola!) che si esibiranno in Italia quest’estate. Il secondo premio, è andata al duo Full House, che hanno conquistato il pubblico con la loro drammaturgia dinamica e giocoleria a base di sgabelli, scope, musica dal vivo, acrobatica e comicità anche di parola, condita dall’ammirevole sforzo di tradurre e recitare in giapponese! La giuria (scelta a caso tra il pubblico) ha assegnato il primo premio alla forza «bruta» dei Popeyed, due muscolosi e aitanti giovanotti australiani in mutande, autori di spettacolari verticali, bilance e altro ancora, un po’ body building e un po’ Big-Jim, ma che hanno entusiasmato i mingherlini giapponesi. Partecipavano inoltre i Fratelli Captein Zucchini, clown israeliani, il trio tedesco Zikzak, giganteschi uccelli sui trampoli, il quartetto inquietante Elephant Vert dalla Francia con costumi amplificati alla ricerca di suoni rubati, il Trio Crome, formazione itinerante australiana, due artisti giapponesi con un travestimento che li faceva sembrare due enormi tette che si divertivano a stritolare gli spettatori... è impossibile descriverli tutti, anche perché era impossibile vederli tutti; ma il livello era buono e anche di forte stimolo per gli artisti giapponesi che si confrontavano con nuove tecniche.

Il contatto per partecipare a questo festival (previa una selezione che può durare anche degli anni) è la società Japan Media Exchange, che ha sede ad Amsterdam. La redazione di Juggling Magazine fornirà su richiesta indirizzo e telefono.

 

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