Francis Brunn

 

 

IL NIJINSKI DEI GIOCOLIERI

a cura di Alessandro Serena

 

SPORTIVO

Nella valutazione del livello di un giocoliere sono d’ uso corrente due distinti criteri di giudizio: il primo vuole che buon giocoliere sia chi riesce ad eseguire gli esercizi più difficili, magari combinando la giocoleria pura con l’ equilibrismo od altro; il secondo che un buon artista presti attenzione soprattutto all’eleganza, ai costumi indossati, al sincronismo con la musica. Insomma alla presenza scenica. Alcuni giocolieri, non molti in verità, riuscirono e riescono tuttora ad ottenere giudizi positivi dai sostenitori di entrambe le scuole di pensiero: su tutti il tedesco Francis Brunn, che ancora oggi alla veneranda età di 77 anni, riesce a presentare exploit sensazionali in uno stile estremamente raffinato. Francis Brunn fa parte di quegli artisti arrivati alla pista del circo passando attraverso la palestra, cioè di coloro che, dopo essersi affermati come atleti impegnandosi nelle più disparate discipline sportive, forti di una conquistata padronanza del corpo, decisero di dedicarsi alle arti circensi. Il padre del futuro giocoliere era stato campione tedesco di tuffi da grande altezza e Francis, formatosi una certa esperienza in questo settore, viene chiamato a far parte dello staff di allenatori della nazionale olimpica di tuffatori.

 

GIOCOLIERE RECORDMAN

Ben presto però le sue attenzioni sono rapite dal mondo dello spettacolo. Questo avviene nel 1938, quando si reca con i suoi famigliari alla Deutschlandhalle di Berlino ad assistere all’ M.T.S. (Mensche, Tiere und Sensationen. Uomini, fiere e sensazioni), una grande manifestazione circense che ancora oggi ha luogo nella metropoli tedesca durante il periodo natalizio. Francis viene preso dalla febbre per la giocoleria inedita. Ossessionato dal desiderio di essere ad ogni costo originale, quando debutta, nel 1940, lo fa senza adottare nessuno degli spunti già utilizzati da altri. Si badi che per lui originalità non significa stranezza o atipicità ad ogni costo ma soprattutto formazione di un proprio stile innovativo. Pure non è del tutto immune da una delle più classiche manie dei giocolieri: quella della ricerca del record. Anzi i suoi primissimi passi li muove, con successo, proprio in quella direzione. Nel tentativo di superare il primato di giocoleria con il maggior numero di cerchi, che all’ epoca è di otto, trova la maniera di modificare i propri, rendendoli più leggeri e al tempo stesso estremamente maneggevoli. Quindi anche dal punto di vista tecnico ha il merito di apportare importanti modifiche strutturali agli attrezzi usati, cercando il peso e la misura ideale di ognuno di essi. Riesce in questo modo a giocolare sino a nove e poi anche dieci cerchi, stabilendo così dei primati che vengono battuti solo parecchio tempo più tardi e solo grazie agli stimoli della scuola di Mosca, nel frattempo fondata.

 

GIOCOLIERE SHOWMAN

Tuttavia l’inserimento di tali record nella propria esibizione comporta che essa perda di fluidità, spezzando quella coesione interna che costituisce da subito il maggior pregio del suo numero. Allora, conscio che un’ arte diretta allo sguardo è soprattutto soggetta alle leggi della gestualità, Francis decide di lasciare da parte i primati per dedicarsi solo al perfezionamento dei movimenti. Allo scoppio della seconda guerra mondiale viene esentato dal servizio militare ma finisce per risentire comunque delle tensioni internazionali che seguono il grande conflitto. Infatti, nonostante il contratto con il più importante circo dell‘epoca, l’ americano Ringling Bros. and Barnum & Bailey, rischia di non poter partire per fastidiosi problemi burocratici che gli vietano il viaggio oltre oceano. Il bramato visto d’ ingresso per gli Stati Uniti arriva solo nel 1948, grazie soprattutto all’ aiuto di Umberto Schichtolz, ex assistente di Enrico Rastelli e braccio destro di John Ringling North, allora direttore del colossale complesso d’ oltre oceano. Una volta in America, Francis Brunn debutta al Madison Square Garden di New York. I quotidiani e le riviste dell’ epoca titolano: “Più grande di Rastelli e dieci volte più veloce”. E’  sempre difficile fare paragoni fra artisti vissuti in epoche diverse, quello che è certo è che Francis e Rastelli avevano la stessa completa dedizione verso il proprio lavoro e si esercitavano ogni giorno per ore e ore nel tentativo di migliorare i propri esercizi. D’ altronde le variazioni esistenti nella giocoleria con palloni sarebbero difficilmente calcolabili persino da un matematico e l’ ingegnosità di Francis lo portava a scovarne sempre di nuovi. Introduce, ad esempio, interessanti innovazioni nell’ arte degli antichi giochi di Awata, che esegue in verticale, piegando il corpo all’ indietro e tenendo un bastoncino fra le labbra ed un grosso pallone fra i piedi, unendo così delle componenti di equilibrismo, di acrobazia e di contorsionismo. Palleggia poi con la fronte una piccola pallina da tennis che lancia ad un’ altezza di tre o quattro metri. Ancora, fa roteare una palla sull’ indice della mano destra che tiene tesa di fronte a se, con la sinistra ne getta in aria un’ altra che compie una traiettoria ellittica fino ad arrivare alle sue spalle. Lì la colpisce col tallone facendola tornare davanti a posarsi sulla prima palla dove, per reazione al movimento rotatorio, comincia a roteare anch’ essa in senso opposto. Poi giocola con le mani tre palloni e ne passa un quarto dal piede sinistro a quello destro saltando allo stesso tempo una corda che è fatta girare dalla sua assistente, la sorella Lottie. Il suo più celebre esercizio, che prende il nome di Francis Brunn routine, consiste nel tenere fra i denti un bastoncino sul quale rotea una pallina e sulla fronte un altro arnese uguale mentre con la gamba destra fa roteare due cerchi, con il braccio destro altri due, mentre sull’ indice dello stesso gira rapidamente un pallone. Con la mano sinistra, infine, giocola tre cerchi. E soprattutto questi esercizi vengono svolti in un continuo fluire di movimenti accattivanti, veloci ed eleganti a loro volta inframmezzati da raffinati salti mortali. Un vero prodigio di gestualità che richiede un perfetto controllo del corpo.

 

GIOCOLIERE DA VARIETA'

Anche Francis Brunn, come prima di lui Rastelli, ad un certo punto della carriera decide di lasciare la pista del circo per passare al palcoscenico del varietà. Nel 1956 modifica del tutto il proprio numero: prende delle lezioni di flamenco da un grande maestro di questo genere, il ballerino Antonio Gades, e costruisce la propria esibizione su una musica spagnoleggiante al ritmo della quale esegue i propri difficili virtuosismi con indossando solo una calzamaglia nera. Alcuni appassionati hanno scritto che Francis Brunn non si limita a giocolare palloni e cerchi ma giocola piuttosto il proprio corpo attorno ai cerchi ed ai palloni. Con questa elegante versione del suo numero, che rimane a tutt’ oggi ineguagliata, si è esibito nelle migliori riviste di Las Vegas arrivando a percepire ingaggi altissimi. Nel 1976 un grave problema all’ anca sembra dover segnare la fine della sua carriera. Ma dopo numerose traversie ed una complicata operazione chirurgica, Francis Brunn riprende a lavorare dopo neppure un anno e oggi, ultra settantenne, continua ad esibirsi con regolarità. E pur avendo perso parte dello smalto dei suoi anni migliori, rimane pur sempre una delizia per gli occhi degli spettatori competenti.

 

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