(estratto dell'intervista ad Santosh  pubblicata su Juggling Magazine n.5, settembre 1999)

Mi chiamo Santosh Dolimano, sono nato come giocoliere fantasista nella metà degli anni '80 a Londra, per uno "scherzo" del destino. Ero in un parco e fui folgorato da un giocoliere tedesco che faceva le tre palline! Erano anni che cercavo un'illuminazione su come impiegare le mie mani, che erano sempre a gingillare oggetti, ma non avevo mai trovato uno sbocco al loro potenziale. Quel giorno, in quel parco, quel giocoliere fu la mia illuminazione...gli chiesi subito di insegnarmi quel gioco con le palline e fui sorpreso dalla sua disponibilità e pazienza nell'insegnarmelo. In quell'occasione mi invitò ad andare alla convention londinese che cominciava la sera dopo. Mi ritrovai così in un ambiente dove mi sentii subito coinvolto e a mio agio.Erano gli anni '83-'84, e rimasi a Londra per tre anni. Non cominciai subito ad allenarmi, ma dopo sei mesi incontrai Tim Pat, che teneva dei corsi di giocoleria base a Convent Garden. Ricordo ancora che ci chiedeva in anticipo la quota delle lezioni, ma ricordo anche lo zelo con cui si metteva al lavoro, un'energia che risvegliava tutto il tuo essere e richiedeva una partecipazione di comunione con gli altri, un lavoro di gruppo che ti faceva crescere, era una cosa meravigliosa per me! Ho avuto la fortuna di vivere a Londra negli anni in cui c'era un grande fermento sotto il cielo, nuove esigenze stavano nascendo, una di queste era l'affermazione di sé e la realizzazione della propria creatività. In quell'ambiente di artisti si era molto aperti e regnava una grande amicizia, la voglia di incontrarsi e confrontarsi. Grazie a questa "grande occasione " scoprii una nuova strada per la mia realizzazione e interazione con la gente. Andavo spesso a Convent Garden che offriva una grande varietà di spettacoli di arte di strada, in quegli anni i giocolieri monociclisti erano una rarità, i più lavoravano con le palline, qualcuno aveva già le clave, oppure gli ombrelli, che si intonavano con il clima inglese. Pochi facevano passing, la maggior parte degli artisti erano giocolieri solisti. Tornai poi in Italia e per vivere mi arrangiavo con lavoretti, ma la mia passione rimaneva la giocoleria, così un giorno del 1985 decisi di andare in piazza a Padova e provare... allora la mia specialità erano i cigar box e il devil stick. Ricordo che guadagnai subito 3/4mila lire, la mia soddisfazione fu così grande che, pur potendo continuare e guadagnare di più, smisi subito lo spettacolo e me ne andai, non riuscivo a reggere la gioia di aver scoperto che questa via era praticabile. Nonostante questa folgorazione ancora non avevo maturato una scelta definitiva, altre peripezie seguirono e andai a lavorare con il consorzio rocciatori di Belluno. Dovetti aspettare l'87 quando arrivai a Verona, dove ritrovai un vecchio amico, Renzo Zanoni, che aveva fondato una cooperativa "La Mongolfiera". Costruivano mogolfiere di carta velina, aquiloni ed origami per le feste, e mi propose di lavorare con loro. Lì cominciai a tenere i primi corsi di origami, palline, devil stick e cigar box. In cooperativa gli stipendi non arrivavano regolari e così arrotondavo facendo la strada. Tre anni di strada quotidiana che mi hanno forgiato, insegnandomi anche a presentarmi in maniera scenica, a catturare il pubblico e a imparare a passare il cappello, che è un arte ancora più difficile. Incontrai in giro per l’Italia altri artisti di altre discipline, cantastorie, burattinai, mimi, i quali facevano non solo spettacoli di strada ma lavoravano anche a cachet. Sul finire degli anni '80 alcune amministrazioni comunali cominciarono ad aprire le porte anche all'arte di strada, organizzando festival con dignitosi cachet come Sarmede (Tv), Perugia, ed altri, dove potevi esibirti a cappello con diritto di vitto e alloggio, come Certaldo, Ferrara Buskers, ecc. queste occasioni hanno creato momenti di rinascita culturale del teatro di strada.Tra i primi organizzatori anche direttori di collettivi teatrali di ricerca, i primi assessori, le proloco, ma fu la gavetta di Verona che mi fornì la convinzione di continuare il lavoro di artista strada. Allora di giocolieri italiani ce n'erano pochi, avevo incontrato Antonio Bucci alla convention di Londra, ma per strada in Italia solo stranieri, intanto cominciavano ad arrivare anche per me i primi cachet. 

Devo dire che la mia formazione artistica da autodidatta, ha informatto un percorso autartico dove contavo esclusivamente sulle mie forze, andare in zona, fare spettacolo, racimolare a quell'epoca 35/50mila lire tornare a casa, mantenere la famiglia e resistere contro ogni altra tendenza, perchè quello era l'unico lavoro che volevo fare e l'unica fonte di piacere. L'esplosione che il juggling ha avuto dal '96 è una cosa che ho seguito con grande piacere, grazie alla quale ho conosciuto tanta gente con cui ho avuto modo di scambiare le esperienze. Ben vengano questi momenti di aggregazione tra giocolieri che creano stimoli e alzano il livello degli spettacoli. Quando ho notato il diffondersi del juggling sono stato stimolato ad allenarmi con più costanza, a progredire e non adagiarmi sulla routine consolidata, che rischia di farti perdere la gioia nel cuore che deriva dalla ricerca continua. Devo confessare che sono sempre stata una persona distratta e poco centrata , ma con la giocoleria ho finalmente ritrovato fiducia in me stesso. Se non avessi incontrato quest'arte sarei sicuramente una persona a disagio e con problemi di comunicazione. Però ancora oggi sono uno che si incontra solo alle convention, a Cervia, dove vivo non esiste un gruppo di giocolieri e del resto sono quasi sempre in viaggio di lavoro. L'idea di fare uno spettacolo con altri giocolieri è una cosa che mi attrae e spero che la coincidenza e la fortuna mi diano questa possibilità, con questo non voglio dire di non aver avuto esperienze di lavoro con altri gruppi, una delle più stimolanti si è verificata in Bosnia con Clown senza Frontiere. Ho lavorato anche in uno spettacolo teatrale di tecniche miste dove io giocoliere tentavo di fare l'attore e il cantastorie e i burattinai tentavano di fare i giocolieri, ma ancora non ho ancora avuto la fortuna di realizzare uno spettacolo di giocoleria con altri giocolieri.