Gandini Juggling

 

 

Intervista a Sean Gandini

 

Dopo l’esperienza con 12 giocolieri al Dome di Londra abbiamo fatto cose diverse in posti diversi, tra cui anche 3 minuti davanti al Principe Carlo a Buckingham Palace, molto intensi e senza drops! Il nocciolo del gruppo ora è composto da quattro persone, Kathy Yla-Hokkala, Manu Laude, Inhaki Fernando Sastre, ed io, ma conosciamo almeno 10/12 bravi giocolieri che conoscono il nostro repertorio e che potrebbero unirsi a noi quando se ne presentasse la possibilità, come è avvenuto qui con Ian Marchant, Pablo Reboleiro Rama, Ben Beever e la piccola promessa Joelle Hugenin. Negli ultimi due anni, sebbene sempre interessati alla tecnica, abbiamo messo da parte la componente più sperimentale, seguendo un nostro percorso e presentandolo in modi diversi a secondo del pubblico, sebbene in situazioni come la EJC ripeschiamo con piacere i numeri a cui siamo affezionati. Il juggling tende ad essere eccentrico e sono affascinato da questa ricerca e dalla possibilità di avere un pubblico competente, perché sono solo i giocolieri che possono apprezzare i dettagli e le sfumature di una performance. Ma la sfida è trovare cose che ti permettano di comunicare con quante più persone possibili. Quando abbiamo lasciato la ricerca nel juggling sperimentale per un juggling che fosse più fruibile da un pubblico medio, molti ci hanno criticato dicendo che stavamo svendendo il nostro lavoro. Per me è invece una grande scommessa poter portare il juggling dappertutto, in Europa come in Medio Oriente. Quella che offriamo è un’interpretazione sull’arte del juggling, non ho alcuna pretesa di essere nient’altro che un momento speciale per le persone, dove gli oggetti disegnano in aria belle geometrie. Come in occasione di eventi sportivi o mostre di quadri, è un’esibizione a cui la gente assiste, portando via quello che gli pare. Non credo che l’arte sia qualcosa di metafisico e la mia preoccupazione con un certo tipo di ricerca è che rischia di prendersi troppo sul serio, di diventare troppo concettuale. Per me un pezzo di pane è un pezzo di pane, indipendentemente se tu lo presenti avvolto nella carta o in una scintillante confezione. Enfatizzare a dismisura l’arte del lancio, lo spazio poetico tra il lancio e la presa, mi sembra una forzatura. A quel punto puoi leggere tutte le cose del mondo in quel modo, ma allora tutto si rivela fantastico.

 

Sono entusiasta per il Siteswaps; ha solo 15 anni, ma la sua influenza sul juggling è già enorme; nato per descrivere i pattern è diventato uno strumento ed uno stimolo per la creazione di nuovi. Siteswaps rende disponibili all’istante un’enorme mole di spunti, ma è come avere una stanza piena di buonissimo cibo per i prossimi due anni! Non hai che da mangiarlo un po’ per volta e con gusto. In Gran Bretagna c’è un’intera nuova generazione di ragazzi che ha cominciato direttamente con il siteswaps, così che la comprensione del juggling per loro è informata da tutti questi numeri. Come nel Rinascimento la notazione della musica sul pentagramma creò musicisti come Vivaldi e tanti altri, segnando un grosso passo in avanti tra la musica medievale e quella rinascimentale, così oggi grazie ad una notazione chiara come il siteswaps il juggling sta facendo un grosso passo in avanti, parlerei di un Rinascimento del juggling!!

 

Quest’anno abbiamo anche fondato Media Circus, che si propone di produrre materiale audiovisivo legato alla giocoleria. Ma fare video o spettacoli per me è parte di una sola cosa, la gioia del juggling. Ciò che importa è che 5 volte alla settimana andiamo in palestra e ci alleniamo per tre ore. Il 99% delle volte ci divertiamo e il 99% delle volte escono sempre fuori nuovi pattern. Quando tutto questo finirà farò qualcos’altro. Condividi una gioia ed una passione, amiamo quello che facciamo e così tutti coloro con i quali siamo fortunati di poter lavorare. Questo è importante. Il resto conta poco.

 

www.gandinijuggling.com

www.mediacircus.biz

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