Aldo Viral Scrofani

 

 

COSA TI HA SPINTO A DIVENTARE GIOCOLIERE?

Circa otto anni fa, durante un viaggio in Messico, ho incontrato dei giocolieri di strada. Li ho osservati dapprima con semplice curiosità, ma poi mi è cresciuta sempre di più la voglia di provare, e così quegli stessi artisti mi hanno trasmesso le prime tecniche di base. Nonostante non fossi più giovanissimo, avevo 30 anni, ho appreso rapidamente, continuando ad allenarmi al mio ritorno in Italia, dove vivevo facendo restauri di vecchie case. Ma il mio lavoro, nonostante le soddisfazioni economiche, mi andava sempre più stretto, e anche i miei interessi politici e culturali non mi bastavano più.

Era un periodo per me di crisi esistenziale, avevo fatto tante cose nella vita, ma non riuscivo a trovare la soddisfazione di qualcosa che fosse mio. Poi un giorno mi sono ritrovato a casa a giocare per sette ore. Tutto quel tempo era trascorso sentendomi davvero bene e da lì ho capito che nel juggling c'era qualcosa che m'interessava, così ho continuato. Per uno, due anni sono andato avanti da autodidatta, senza sapere niente della cascata al reverse e altri trick. Lanciavo le cose in aria e cercavo di capire come funzionasse. Infatti non riuscivo ad avvicinarmi alle cinque palline, fino a quando non ho incontrato un tipo che mi suggerì di provare i flash con tre palline, e da lì ho capito come andare avanti.

Ho cominciato con qualche esibizione per gli amici, o in piccole feste, con la faccia truccata da clown, perchè non me la sentivo di apparire con il mio volto; avevo ancora bisogno di una maschera. Poi, dopo una convention di giocolieri in Puglia, sono andato ad Otranto, porta d'Oriente, con le mie valigie e i miei attrezzi. Mi sono fermato in una piazza e lì ho rotto il ghiaccio, iniziando ad esibirmi da solo in pubblico. Da lì ho partecipato a qualche festival, e ad alcuni corsi, tra i quali uno molto bello a Madrid, con un maestro della Scuola di Kiev, che in una stettimana mi ha dato moltissimo.

 

SEMBRA TUTTO ABBASTANZA SEMPLICE

Ma i primi anni non è stato così semplice continuare. Era per me un periodo di forti cambiamenti, durante il quale ho iniziato una Gestalt-terapia e un avvicinamento al lavoro teatrale, con il regista Massimo Salviani. Dovevamo mettere in scena un lavoro tratto da Calvino, ed ho chiesto al regista di poter inserire un pezzo di giocoleria. Mi ha chiesto di provarlo, dopodichè mi ha invogliato a seguire quella strada che secondo lui era la mia vera strada.

In questo periodo di intensa ricerca personale ho partecipato a Miasto ad una sessione di meditazione detta "Mistic Rose", che richiede una settimana di pianto, una settimana di riso, una di silenzio. Poi a Milano ho incontrato Majid Valcarenghi, che mi ha incoraggiato a proseguire sulla strada della giocoleria. Mi hanno sicuramente aiutato anche gli insegnamenti di Osho e di Castaneda sul percorrere un sentiero che abbia un cuore. Qualche anno fa in India, all'ashram di Osho a Poona, ho chiesto e ricevuto l'iniziazione a sannyasin. Lì ho ricevuto anche Il mio nome completo, che è Bodhiviral, e che significa consapevolezza inapprezzabile E' uno stile di vita, non solo un mestiere.

Quando non si è "figli d'arte", e lo si sceglie da grandi, il juggling in qualche modo, per molti di noi, implica sempre una qualche rottura con quello che si era prima, la ricerca di una nuova identità, a volte l'inizio di un vero e proprio cammino spirituale. Vorrei poter ridurre tutti gli attrezzi che uso a dimensioni minime, così da poterli portare appresso in una sola valigia e, in ogni caso, spero di poter partire verso l'America del Sud o l'Oriente, nella consapevolezza che, come dice Osho, non incontriamo europei, americani, musulmani, ebrei, comunisti o fascisti, bianchi o neri, ma individui.

 

QUALI SONO LE TAPPE DI QUESTO PERCORSO?

Centrarsi, essere presenti mentre si compiono gli esercizi e, nello stesso tempo, dimenticare se stessi. Trovare un equilibrio e un'armonia del corpo e del respiro; essere nel "qui e ora" mentre compi i tuoi numeri. Allora, in certi momenti, gli oggetti, le palle, le clave, e il fuoco sembrano girare da soli, e tutto fila via senza nessuno sforzo apparente. Ero istruttore di pallacanestro, ed avevo già abbastanza confidenza con il ritmo e con la coordinazione destra-sinistra. Ma nella pallacanestro e nello sport in generale non si guarda più all'individuo, alla sua totalità; ci si concentra esclusivamente sul risultato. Nel juggling non c'è nessun risultato da raggiungere.

Va bene riuscire a fare sette palline, ma dipende da quello che stai facendo da zero a sette palline. E' importante il percorso, come dedichi il tuo giorno al juggling, come fai a non stancarti, dedicandogli due, tre, quattro ore o quello che ti pare. Lì puoi cominciare a giocare. Fare tua l'idea del gioco, dell'ascoltare il tuo corpo, il tuo respiro, e da lì partire.

Il juggling è aperto a 360° e non è solo lanciare palline in aria. Abbiamo già visto come sia possibile contaminarlo con altre arti quali la danza, il teatro, etc. Tutti i movimenti che si eseguono sono tutti movimenti armoniosi, che vanno ad aprire la persona il più possibile.

 

COME E DOVE E' POSSIBILE APPRENDERE QUESTE COSE IN ITALIA?

Per adesso in giro, se hai la fortuna di incontrare gente brava. Ho intenzione però di tenere dei corsi residenziali ed intensivi, dove non sempre si lavorerà con gli attrezzi. Un'alternativa ai libri e ai video di tecnica. Il corso nasce perchè tu possa elaborare un tuo juggling e non prendere a prestito quello degli altri.. Il juggling per molte persone può essere una possibilità per avvicinarsi ad una dimensione più alta.

Per raggiungere questo c'è anche bisogno di un pò di tempo e di un posto ideale per raccogliere i frutti. Non si tratta delle tre ore di corso qualche volta al mese. E' un percorso full time, anche quando si cucina e si lavano i piatti, tutto diventa un workshop. Ci sarà anche un momento di condivisione alla fine di ogni giorno, dove non necessariamente si parlerà di palline e clave. Nei momenti in cui ci si siede intorno alla tavola, o per fare della condivisione, non mi interessa parlare dei trick o dove si acquistano i materiali, ma di come ognuno sta vivendo quel tipo di esperienza. E' anche importante non chiacchierare troppo, perchè troppe parole servono a poco.

Nel workshop lavoreremo su poche cose semplici e fondamentali. Ci si muoverà anche semplicemente con le mani, camminando, saltando, correndo, tutto comunque correlato con il juggling, sulla falsariga del percorso che io stesso ho fatto. Si possono fare molte cose con gli occhi chiusi aumentando la percezione corporea ed avvicinandosi alla meditazione, con meno distrazioni e più ascolto La simmetria, il tuo corpo, come ti senti, se usi sempre questo approccio in ogni cosa che fai, prima o dopo vedrai i risultati. Se non impari ad usare il corpo in modo simmetrico, puoi provare i trick per un anno senza mai riuscirci. Devi eseguire i movimenti con il minimo sforzo e per fare questo devi usare le linne simmetriche del tuo corpo. Inoltre devi imparare a confrontarti con la forza di gravità. Se lanci una pallina e quando cade gli contrapponi la tua mano è chiaro che la pallina cadrà, perchè incontra resistenza. Se tu accompagni la pallina nella sua caduta naturale allora funziona. Capire che da quì puoi costruire le basi per poi lavorare nei successivi cinque anni.

Nella giocoleria ci sono alcune cose molto forti, come il passing, oppure il contact. Quando entri nel passing sei in uno stato di meditazione, qui e ora, senza poter pensare. Questo non significa che diventi scemo, anzi sei al massimo della presenza, se passa una mosca tu la vedi. Però il flusso di pensieri nella tua testa deve fermarsi, perchè altrimenti il gioco si spezza. La clava che cade non è un problema, anzi ti aiuta a capire quanto la tua mente influisca sul funzionamento globale della tua persona. Riuscire a concentrarsi solo sul ritmo e sulla persona che hai di fronte, guardandolo bene negli occhi, con quello che io chiamo un "sorriso dolce", ti apre tantissimo, ti dà la possibilità di stare nel mondo con tanta gente in modo piacevole, in modo più autentico.

 

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