Eja (European Juggling Association)

 

Molti dei giocolieri italiani, nuovi alla scena europea, vengono alle EJC (European Juggling Convention) principalmente per giocolere e divertirsi, segno evidente è la scarsa partecipazione degli italiani al business meeting della EJA che ogni anno si tiene alle EJC. All'indomani della sua elezione a rappresentante EJA per l'Italia, Adolfo Rossomando intervista Lee Hayes, fondatore e a lungo presidente della EJA.(nella foto: Mini Mansell, membro della EJA, alla EJC di Grenoble 1999)

 

PARTIAMO DALLE ORIGINI

A metà degli anni '80, dopo che le prime EJC, avevano già creato una tradizione, l'esigenza di un'associazione europea era nell'aria. Già nel 1986 a Castellar, in Spagna, erano sorti alcuni problemi. Trovammo una bella città, ma la convention era sul picco di una montagna e non c'erano spazi piani per giocolare. Inoltre niente servizi igienici, niente docce, e c'erano 35 gradi, con tutti che cercavano rifugio all'ombra. Qualcuno doveva farsi carico che in futuro le strutture fossero adatte per le esigenze dei giocolieri. L'anno successivo, nel 1987, a Saints, ci ritrovammo per la prima volta ad una EJC in 1000 giocolieri. Si fece avanti un'altra esigenza. Intorno alle EJC cominciavano a girare un sacco di soldi ed era troppo facile gestire uno di questi festival e appropriarsi degli utili. L'idea era che i giocolieri finanziassero la manifestazione, senza che ci fossero nè profitti nè perdite. Così quello stesso anno, nel 1987, grazie all'impegno di Sue Hunt, un'americana che viveva a Parigi, a Saints fu fondata la EJA, con il semplice compito di assicurare che ogni anno ci fosse una convention europea in una città diversa, di assicurarne la qualità, di tutelare i soldi dei giocolieri.

 

COME SI E' STRUTTURATA DA ALLORA LA EJA?

Io entrai nel 1989, ma eravamo davvero in pochi e nel 1991 pensammo di far eleggere i rappresentanti di ogni paese. La EJA avrebbe avuto più persone coinvolte, le quali avrebbero divulgato il progetto nella loro lingua. Ma dopo Banyoles, nel 92, Sue lasciò l'Europa, e la EJA rimase nelle mie mani. Ero praticamente da solo, con Jules che agli inizi mi diede un grosso aiuto, e ci vollero ancora due, tre anni prima che i rappresentanti potessero conoscersi e parlare un pò insieme. Bisogna aspettare Hagen nel 95, quando Michael Hennecker si fece avanti, diventando segretario, seguito nel 96/97 da Alain Brissard, attuale tesoriere, perché l’organico cominciasse a crescere.

 

COSA SI PROPONE OGGI LA EJA?

Nello statuto è scritto che il fine della EJA è di promuovere e diffondere il juggling come sport, hobby e forma artistica. Al momento la EJA non viene coinvolta in nient'altro che non sia la EJC. Il maggiore compito della EJA è di trasmettere l'esperienza, le conoscenze e la storia a chi organizza la EJC, perché ogni anno la convention viene organizzato da giocolieri locali e quando questi vanno dalle autorità proponendo di portare 2000 giocolieri in città nessuno li prende sul serio. Ma se sono supportati dalla EJA, con tanto di rassegna stampa, foto, budget delle scorse edizioni, e se dimostrano che facciamo questo da più di 20 anni, se illustrano nei dettagli di quanti metri quadri hanno bisogno per 1000 tende, quanto spazio al coperto per la palestra, quanti servizi igienici, quanta birra berranno, allora le autorità capiscono che l'evento è fattibile e che non causerà problemi alla città.

 

CON QUALI MEZZI FATE FRONTE AGLI IMPEGNI?

Siamo tutti volontari, e pur lavorando tutto l'anno, ci vediamo massimo due volte all'anno: alle EJC, in tutto questo casino, e poi, 10 mesi prima della successiva EJC, nella città che la ospiterà, dove i rappresentanti nazionali incontrano gli organizzatori locali e visitano la struttura, per poter poi rispondere a tutte le domande dei giocolieri. Il rimborso di questo viaggio è l'unica spesa che la EJA sostiene. Per il resto, compresa la EJC, dove aiutiamo l'organizzazione, paghiamo tutto di tasca nostra. La EJA sta crescendo, anche se lentamente, ed ha bisogno di strutturarsi in modo professionale, ma non vogliamo cominciare a pagare stipendi.

 

SU COSA STATE LAVORANDO IN PARTICOLARE?

La pre-iscritti è un nodo cruciale. Quando 1000 persone vennero a Saints, solo 200 ce lo fecero sapere in anticipo, così gli organizzatori non avevano nessuna idea delle dimensioni di tutto ciò che dovevano organizzare. Prima che introducessimo i rappresentati nazionali avevamo poche centinaia di pre-iscritti. Poi 500, 1000 e ora penso che qui a Karshrue ci siano stati 1600 pre-iscritti.

Stiamo lavorando anche per uniformare il prezzo dei biglietti. La ragione dei divari, anche grossi, da un anno all'altro è che le responsabilità finanziarie delle convention erano finora totalmente nelle mani degli organizzatori, e se la convention chiudeva in rosso erano loro a dover saldare i debiti.

 

COSA NE PENSII DI KARLSHRUE?

Penso che Karsrhue sia stato un perfetto esempio di come organizzare una ottima convention di giocolieri. Un gruppo di persone che lavorava bene insieme, che si sono divertiti insieme, con una chiarissima divisione dei compiti, dove tutti sapevano di cosa occuparsi e si assicuravano che non fosse troppo nè troppo poco. Un'ottima location, con un campeggio tranquillo, perché gli spettacoli sono nel parco, abbastanza spazio nella palestra e nel parco per giocolare, abbastanza spazio per gli spettacoli e un'atmosfera molto rilassata.

Inoltre, una volta controllato che il budget fosse realistico, e altrettanto le stime sui partecipanti, ci siamo accordati con gli organizzatori che se meno di tot giocolieri fossero venuti alla convention, la EJA avrebbe contribuito a coprire le perdite, fino ad un massimo di 15.000 euro. Questo accordo, possibile anche grazie all'inserimento di uno della EJA nel gruppo di lavoro degli organizzatori, è stata un'ottima idea, che riproporremo alle prossime edizioni. In realtà questo contratto è ancora da perfezionare perché garantisce gli organizzatori sulle perdite ma non garantisce la EJA sugli utili. La nostra filosofia è che se ci sono degli utili una parte può essere usata dagli organizzatori per promuovere progetti di giocoleria nell'area, ma il resto deve ritornare ai giocolieri europei. Probabilmente avremo a Karlsrhue lo stesso problema che abbiamo avuto a Edimburgo, cioè cosa succede degli utili.

 

COSA SUCCESSE A EDIMBURGO?

Alla EJC di Edimburgo il profitto si aggirava sui 50.000 euro, dei quali 15.000 sono stati già trasferiti alla EJA. Questo significa che 35.000 euro sono ancora su un conto corrente ad Edimburgo, controllato dagli organizzatori. E' vero che ci hanno assicurato di trasferirne una buona parte alla EJA, ma noi faremo in modo che ogni anno qualcuno di loro venga alla EJC a fare un rendiconto della situazione. In passato era forse possibile mettere via questi utili perché per anni le convention sono andate avanti senza nemmeno un budget o una documentazione, alcune poi sono finite addirittura in rosso, ma ora la EJA è troppo forte perché qualcuno possa far sparire i soldi dei giocolieri.

 

A QUANDO UN'ALTRA EJC IN ITALIA?

Il problema con il riportare la EJC in Italia, o comunque in un paese dalla mentalità latina, se contrapposta a quella nord-europea, senza che questo debba essere preso come un insulto, è quello che noi chiamiamo "il sistema italiano". Quando chiedevamo a J4J un budget dettagliato dell'evento cinque mesi prima della EJC di Torino, la risposta era che non era possibile, che ci si poteva fidare, che erano tutti amici e brave persone. Quella convention, peraltro bellissima e che tanto ha significato per la diffusione del juggling in Italia, si concluse con un passivo di 20.000 euro, che gli organizzatori hanno dovuto pagare di tasca propria. Ma, anche non avendo allora nessun contratto con J4J, la EJA ha deciso l'anno scorso che, di fronte ad una documentazione completa, avremmo coperto parte dei loro debiti. E' molto importante far vedere che la EJA non si nasconde dietro i cavilli e che si prende cura anche di questo. Noi tutti vogliamo tornare in Italia. Gli italiani sono persone fantastiche, creative, che amano divertirsi, spontanee, dove tutto accade all'ultimo momento. Ma, nonostante gli italiani abbiano dimostrato abbondantemente di aver sviluppato in molti settori una mentalità manageriale e professionale, ancora non abbiamo trovato giocolieri italiani capaci di organizzare questi eventi con un certo standard

 

Per maggiori informazioni sulla EJA visitare il sito  www.eja.net oppure rivolgersi al rappresentante italiano EJA (Adolfo Rossomando - jugglingmagazine@hotmail.com - 347 6597732)

 

 

 

 

 

 

 

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