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editoriale JM 96

Autunno.

In un’arte performativa come il circo, dove il corpo è centrale, registi e artisti reclamano spazio anche per il pensiero, l’immaginazione, le emozioni, per trasmetterli al di là del virtuosismo, o attraverso il virtuosismo. Uno spettacolo, una performance devono necessariamente raccontare qualcosa o trasmettere un messaggio? Oppure lasciare allo spettatore la possibilità di creare mondi propri e di viverli attraverso le emozioni del proprio sogno? Oppure ancora rimanere liberi di scegliere di volta in volta? Intorno a questi ed altri temi il linguaggio del circo si arricchisce di concetti, termini, approfondimenti e il desiderio di confronto anima tavole rotonde, gruppi di lavoro, scritti e ricerche, incontri tra pubblico e artisti.

Nel frattempo dove sta andando il circo in Italia in questa stagione di riaperture? Nel prossimo numero faremo il punto con il comparto dei festival e degli eventi dal vivo, mentre continuiamo a chiedere agli artisti di raccontarci delle loro creazioni, della loro ricerca, sempre viva, sempre sorprendente. In questo numero apriamo il dibattito sui Centri di Produzione di Circo, una nuova iniziativa del MIC di sostegno allo sviluppo del settore. Il tema è controverso, ancora di più lo sono le regolamentazioni messe in campo, ma bisogna dare il giusto tempo a tutti perché questa iniziativa possa rivelare i suoi pregi e i suoi difetti, e potersi migliorare. Nel frattempo cominciamo a parlarne con esperti e protagonisti.

Al sesto mese di questa sciagurata guerra d’invasione in Ucraina, all’alba del voto popolare per un nuovo Governo e con le incertezze economiche delle prossime stagioni, è difficile lasciare tutto questo fuori dallo chapiteau, dal palcoscenico, dalle piazze, dalla sala per le prove o gli allenamenti. Il disagio sta permeando l’intera società occidentale, la sua opulenza, il suo distacco e la sua indifferenza, la sua solidarietà. Dopo anni di lavoro per la professionalizzazione delle carriere, il supporto alle migrazioni, la parità dei generi, la valorizzazione della diversabilità, il rispetto per gli animali, ora il circo è chiamato ad affrontare temi che sembravano riservati a culture e popoli lontani, ai margini del mondo, ai margini del mondo del circo.

Che ruolo giocherà il circo in questo scenario e come queste ombre popoleranno la sua anima e i suoi spettacoli? Cadono le foglie e nel frattempo l’autunno le tingerà di colori stupendi. Anche stavolta il circo, forte del suo caleidoscopico foliage, saprà fare di ogni caduta una capriola…


Adolfo Rossomando
direttore editoriale Juggling Magazine

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